Sul filo di un ricordo che sconfina nell’enigma
Regalo di nozze – Andrea Vitali – Garzanti
Marcel Proust nella Recherche ha usato la celebre immagine della madeleine che, imbevuta nel tè, accompagna il dilagare dei ricordi. Andrea Vitali ricorre invece ad una vecchia Seicento degli anni ’50, figura altrettanto evocativa e foriera di reminescenze per i personaggi della sua nuova storia. Sulla Seicento Ercole Correnti, ora ventinovenne, ha fatto, da piccolo, il primo viaggio della sua vita: una gita per vedere il mare, emozionante e indimenticabile, anche se terminata in modo travagliato. Ercole rivede l’auto pochi giorni prima del suo matrimonio e quello che ne scaturisce è qualcosa di più di un lungo flashback negli anni dell’infanzia. È il pretesto vero e proprio per indagare su verità mai affiorate sino a quel momento e che adesso possono assumere tonalità rilevanti.
Nel romanzo di Vitali, prolifico scrittore di Bellano, sul Lago di Como (luogo che rimane puntualmente anche teatro dei suoi scritti), le spesso controverse dinamiche famigliari non si discostano dai canoni di una quotidianità dai toni semplici e cadenzati con la naturalezza di un album di famiglia. È in questo clima che fa irruzione lo zio Pinuccio, presentissimo da vivo, col suo fare da gagà impenitente, ma sempre “vivo” anche da morto, col suo curriculum ricco di lati oscuri. Protagonista della storia è apparentemente Ercole, il futuro sposo, che ripercorre le tracce, ma anche le tappe di vita dello zio Pinuccio, interpretandole con consapevolezza e maturità del tutto diverse. Il regalo di nozze dello zio era stata la Seicento, mentre il nipote dovrà accontentarsi solo del modellino della stessa auto. Ma la vera protagonista del romanzo è forse Assunta, mamma di Ercole. I suoi capelli bianchi di oggi, ma anche la sua forza di ieri, giovane vedova alle prese con le peripezie di una famiglia che deve continuare il suo corso. Vitali orchestra la vicenda su una selezionata serie di coincidenze, o per meglio dire, casualità indotte, frutto del più classico gioco delle parti. Perché, se spesso nella realtà si cerca di essere semplicemente quello che sembriamo, i personaggi di Vitali non fanno eccezione, specialmente in un romanzo che risulta meno intrigante di qualche sua opera precedente ma più improntato sullo scavo dei personaggi. Ercole, Assunta e lo zio Pinuccio salgono alla ribalta con la delicatezza delle persone “alla mano”, ma poi ti sgorgano dentro col loro carico di emozioni velate, sogni sopiti e a volte laceranti rinunce. Pagina dopo pagina risulta naturale vedere le cose dalla loro stessa prospettiva, filtrarle con la loro esperienza, arricchirle di nuove sfumature, andando oltre le sembianze più banali.
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di Stefania Vitale
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