A confronto con le ultime realizzazioni dell’artista bresciana
Nell’immagine, dall’alto in senso orario: Camilla Rossi nel suo studio; “Stanze private” cm 60×45, tecnica mista su carta intelata, 2014; “Moduli” dalla serie “Le proporzioni”, tecnica mista su carta intelata, 2 elementi di cm 70×50 ciascuno, 2016; “Arena” dalla serie “Le proporzioni”, tecnica mista su carta intelata, cm 70×100, 2016.
Camilla Rossi è nata nel 1977, a Brescia, dove vive e lavora anche attualmente. Nel 2002 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, e negli anni Novanta comincia il suo percorso espositivo nazionale e internazionale. Alcune sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche. Incontro Camilla Rossi nel suo studio di via delle Cossere, a Brescia, e prima di cominciare l’intervista, mi metto a rovistare tra le tante opere messe a terra, con la curiosità di un bambino che sta cercando qualcosa ma non sa ancora cosa. Devo ammettere di essermi innamorato a prima vista del suo lavoro, ma “Cami” è in continua evoluzione…
Mi attraggono molto piccole opere, sicuramente di ultima produzione, messe sul pavimento come fossero un mosaico. Da cosa nascono queste realizzazioni? “Le opere sono frutto di una ricerca sul quotidiano inteso come passaggio irripetibile di eventi che necessariamente segnano l’insistenza di ognuno, determinando ritmi e pause, architetture e proporzioni”.
Vorrei sapere qualcosa di più sui titoli delle opere… “Il titolo dichiara l’appartenenza ad un ciclo tematico. “Accumuli”, “Piogge”, “Non mari” rientrano in una serie dedicata alla panoramica”.
I lavori dove il segno nero, che sembra un movimento, si alterna alla scrittura per diventare parte integrante di un unico disegno, usando poi la carta come supporto, fanno parte della tua poetica personale o sono frutto della letteratura? “Il segno sulla carta ora si affievolisce, ora si rafforza, diventando forma, disegno e scrittura. Nei testi non viene descritto qualcosa: la parola è parte dello spazio dell’opera. Le tracce di scrittura provengono da testi di poeti che sento affini”.
Il tuo lavoro è il tentativo di riordinare qualcosa che si scompone di continuo: che ruolo hanno ordine e disordine nella tua vita? “Composizione, svuotamento e ricomposizione dell’immagine definiscono il mio agire artistico. L’equilibrio della forma e del colore crea un unicum. Queste nuove “inquadrature”, spesso modulate in trittici, possono essere diversamente disposte in base alla tensione spaziale del luogo che le ospita”.
• chi
Camilla Rossi
camillarossi.it
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di Gianbattista Bonazzoli
bonazzoli99@gmail.com
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