LE ORIGINI DEL TAPPETO ORIENTALE
LE ORIGINI DEL TAPPETO ORIENTALE

LE ORIGINI DEL TAPPETO ORIENTALE

02/01/2015

Le raffinate soluzioni artistiche e le intuizioni che lo caratterizzano rendono questo manufatto sempre ambìto e attuale.

nell’immagine: “Il venditore di tappeti” di Filippo Bartolini (Italia 1861-1908).

Estremamente piacevole sotto il profilo estetico, al contempo carico di tradizioni lontane e sinonimo di innovazione decorativa, il tappeto orientale affascina da sempre e sopravvive a se stesso per merito di brillanti intuizioni e raffinate soluzioni artistiche. Potremmo definirlo un manufatto dai differenti volti: oggetto del vivere quotidiano, autentico status symbol per le classi più agiate, punto di riferimento, saldo sinonimo di casa per le popolazioni nomadi, omaggio alla propria fede per i credenti. Il tappeto fu probabilmente il manufatto che, in maniera più o meno consapevole, riuscì ad assorbire gli elementi della propria terra, della propria gente, della propria cultura. Nato in un mondo tipicamente monocromatico, caratterizzato da panorami desertici e sabbia portata dal vento, il tappeto incarnò una sorta di reazione stilistica e morale, con esplosione di colori e bizzarri giochi decorativi. Nel tappeto orientale ogni segno e ogni traccia decorativa non sono mai casuali, ma frutto di contaminazioni artistiche con il luogo circostante, dalle numerose forme vegetali della natura, alle elaborate volte architettoniche suggerite dall’architettura sacra, dai primordiali disegni genuini ed istintivi, quindi, all’elaborato stile arabesco.

Odierni venditori di tappeti, bazaar di Tehran.
Odierni venditori di tappeti, bazaar di Tehran.

Una serie di elementi che si mostrarono fondamentalmente nuovi per il mondo occidentale che, dal 1300, con i primi scambi commerciali, non appena entrò in contatto con questi preziosi manufatti, ne rimase letteralmente affascinato. Furono anni in cui preziosi tappeti di produzione anatolica e successivamente persiana presero il largo per conquistare nobili dimore e maestose basiliche, autentici scrigni della magia d’Oriente. A tale riguardo sono numerose le testimonianze che collocano tappeti nelle principali città d’arte europee, tra cui Venezia e Firenze. Ma si dovrà attendere il 1700 affinché un vero e proprio flusso commerciale introduca in maniera capillare il prezioso manufatto in dimore dell’Europa intera e successivamente degli Stati Uniti. Va ricordato che il tappeto orientale ha origini assai lontane. Nel 1949, in Mongolia, venne ritrovato un tappeto conservato discretamente, attribuito successivamente
al V° secolo a.C.

 

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arch. Jim Lo Coco

arch. Jim Lo Coco

Consulente Tecnico del Tribunale di Brescia nel settore tessile è docente di storia e tecnica del tappeto orientale presso la SCUOLA REGIONALE PER IL RESTAURO Enaip. È titolare della storica azienda di famiglia.

 

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