TAPPETI ANNODATI A MANO E NON...
TAPPETI ANNODATI A MANO E NON...

TAPPETI ANNODATI A MANO E NON…

02/02/2015

Alcune fondamentali distinzioni. L’importante è che l’acquirente conosca bene il prodotto che va a scegliere.

In ambito di perizie e consulenze, mi viene spesso chiesto di fare chiarezza sulla distinzione tra tappeti realizzati secondo tradizione, annodati a mano, e quelli di produzione meccanica. Il tappeto ha una connotazione essenzialmente estetica e, seppure guidato dal mutevole gusto e dalle rinnovate tendenze, si è in parte adeguato sapendosi evolvere con l’evoluzione dell’abitare. La storia ci insegna tuttavia che il gusto varia seguendo correnti lente e invasive, oppure vira bruscamente rileggendo temi del passato sapientemente reinterpretati o completamente svuotati. Se ben ideato e realizzato, il tappeto troverà sempre una collocazione ideale all’interno del nostro spazio. Ebbene, ci sono manufatti che con i propri mezzi riescono ad entrare in questo meccanismo adeguandosi alle tendenze architettoniche del momento senza perdere la propria identità concettuale e visiva. Sono quelli che passano indenni alle mode e ai numerosi stili passeggeri. Esiste un’altra categoria, quella dei tappeti nati esclusivamente per il momento e per questo privi di qualsiasi originalità o guizzo creativo. Ne consegue un prodotto evidentemente seriale e più economico.

TAPPETI ANNODATI A MANO E NON...

Non entrando certamente nel merito della preferenza verso una delle produzioni, ritengo sia corretto distinguere le peculiarità oggettive. I tappeti annodati, classificabili come tessuti artigianali, sono frutto di un intreccio perpendicolare tra fili di trama e ordito che ne costituiscono la struttura. Sui fili d’ordito vengono avviluppati i nodi che, in base al colore, costituiranno il prodotto finito e il suo disegno. I tappeti realizzati meccanicamente non sono in alcun modo annodati, ma semplicemente tessuti: non andrebbero nemmeno chiamati tappeti, bensì stuoie o, perché no, moquette. Importante se non fondamentale informare l’acquirente circa la natura dei materiali presenti nel “tappeto” traducendo in maniera semplice anche quanto mimetizzato in termini inglesi. Ma vi sono anche manufatti semplici, generalmente apprezzati, poiché trasversali a numerose ambientazioni. Pezzi unici totalmente in antitesi con esemplari seriali. L’importante per il consumatore finale è sapere cosa si sta portando a casa, valutando pregi, difetti, aspettative di durata, ma soprattutto appagamento personale.

 

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arch. Jim Lo Coco

arch. Jim Lo Coco

Consulente Tecnico del Tribunale di Brescia nel settore tessile è docente di storia e tecnica del tappeto orientale presso la SCUOLA REGIONALE PER IL RESTAURO Enaip. È titolare della storica azienda di famiglia.

 

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