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7 DOMANDE A MAURIZIO RIVA

13/01/2022

A colloquio con Maurizio Riva, CEO di Riva 1920 sul tema “giovani e design”.

Classe 1954, Maurizio Riva riveste il ruolo di Presidente dell’azienda Riva 1920, marchio che ha raggiunto un’altissima considerazione a livello mondiale.

Questo grazie all’impegno e all’intuito imprenditoriale della famiglia Riva, che si è spinta verso un’importante evoluzione tecnologica e stilistica, avviando collaborazioni con famosi designer e architetti e orientando la produzione verso il design sostenibile.

Dopo oltre 100 anni la filosofia aziendale è rimasta immutata: “Produrre con onestà per tramandare alle generazioni future, costruendo mobili in grado di sfidare il tempo nel pieno rispetto dell’ambiente”.

Maurizio Riva è una figura estremamente carismatica. Sempre vicino al mondo dei giovani (numerosi i concorsi di idee rivolti agli emergenti) è attento anche alla sensibilità sociale, come nel caso della Comunità di San Patrignano, col progetto sul recupero delle botti barrique. Ha cercato ispirazione in tutto il mondo, da Cantù alle comunità Amish.

Riva_1920_Rotterdam

• Ma quanto è importante per Riva 1920 mantenere la produzione in Italia?

Molto. Siamo italiani e da questo punto di vista dovremmo essere nazionalisti al 100% trasmettendo i nostri valori alle giovani generazioni”.

• Riva1920 è una realtà artigiana che ha investito moltissimo sulle nuove tecnologie. Quanto conta oggi imparare a fare le cose con le mani?

È una pratica che abbiamo un po’ perso, ma fortunatamente vi sono queste macchine a tecnologia avanzata. Oggi tecnologia e manualità fanno qualità”.

• Lei ha una formazione da falegname, uno spirito da imprenditore e un animo da artista. Che ordine di importanza hanno la forma, la funzione e la qualità per lei?

È un mix che crea qualità. Dopo 54 anni di lavoro qualcosa ho imparato e quelle caratteristiche vivono ormai dentro di me”.

Riva1920-Notre-Dame

• Negli ultimi anni è stato invitato come relatore in 15 università. C’è qualcosa che avrebbe voluto imparare a scuola?

Essere invitato in università e addirittura far parte dei docenti che consegnano le lauree per me ha un grande valore. Anche se mi son mancati alcuni elementi, ho cercato, con le mie forze, fin da ragazzo, di raggiungere una buona formazione”.

• Molte opere di Riva 1920 contengono un messaggio ideologico, come quello dell’aggregazione di imprese. È importante per un giovane progettista, maturare una visione politica e sociale del design?

Un po’ di politica ci vuole, ma non è l’aspetto più importante. Bisogna soprattutto avere cura del prossimo e intrattenere pubbliche relazioni: tutto questo fa sì che il mondo si allarghi”.

Riva1920_Sedute

• È vero che spesso si arriva alla semplicità attraverso una progettazione complessa?

Sì. Ogni giorno bisogna pensare come migliorare la produzione e la qualità. Bisogna puntare a produrre per tramandare”.

• Cosa pensa delle aziende italiane e cosa direbbe ai giovani designer?

È molto difficile entrare nel nostro mondo. Ci sono aziende molto chiuse, ma altrettante che possono contare su persone quotate. Il mondo è per tutti: bisogna essere arguti, a tratti arrabbiati, immaginare di trovarsi in montagna e faticare per raggiungere la cima”.

Riva-1920-Dolmen
Dolmen, panca in legno, design Giovanni Tomasini
Giovanni Tomasini - Studio 7B

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