Una storia di famiglia
Mimì è più di un ristorante, in verità è anche più di un piccolo hotel, è una storia di famiglia. La somma della passione per la ristorazione e la successiva ospitalità delle 4 camere arroccate sulla costa è molto più di una semplice sommatoria di spazi e panorama.
La storia inizia 100 anni fa, con questo mikado impervio fatto di legni e nasse, che a guardarlo bene a volte nella penombra del sole che si nasconde oltre la linea dell’orizzonte, sembra proprio la tolda di una nave.



Il trabucco, per chi ne sapesse poco come me prima di scoprire questa meraviglia, è una struttura tipica della costa pugliese del Gargano. Il movimento preciso e coordinato delle reti lasciate in acqua e ritirate con forza e velocità consente il miracolo della pesca fruttuosa senza allontanarsi dalla costa.
Domenico, che dal nonno ha ereditato non solo il nome, ma anche passione ed inventiva, è al timone della cucina che ha saputo reinventare utilizzando materie prime cadute nel dimenticatoio con uno sguardo alla cucina contemporanea.

Se avrete la fortuna di dormire qui, nella camera Chianca, Duna, Brezza o Onda – la nostra preferita – dopo cena, quando tutti saranno andati via potrete godervi nella solitudine più assoluta il solo rumore del mare e la visione del manto stellato senza nessun tipo di inquinamento visivo. Solo mare e stelle.


In verità Mimì non ha perso la sua vera vocazione, quella di ristorante, dove in uno spazio riparato per le giornate più ventose, o all’aperto per quelle più calde, potrete deliziare il palato con un servizio puntuale e di qualità.
di Mikla Saggese
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