SILVIA BELTRAMI, AFFRESCHI DI CARTA

Nelle sue opere i temi della contemporaneità: la perdita dell’identità e la ricerca del successo economico.

nell’immagine: Rave party, 2016, 70×100 cm, collage su faesite; Untitled, 2013 (particolare)

 

Silvia Beltrami nasce a Roma nel 1974 e si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano. Oggi vive e lavora sul Lago di Garda.

Self-portrait, 2016 (particolare)

• Ho visto i tuoi primi lavori nel 2011 qui a Brescia, ora li rivedo alla Galleria d’arte Contemporanea di Ettore Marchina – GARE 82. Mi puoi parlare del tuo lavoro che mi ha sempre incuriosito per tecnica e messaggio? “Uso milioni di frammenti di carta come fossero pennellate. Come “affreschi” fatti di carta ritagliata da giornali o carta da parati applicata su cartone o tele intonacate con intonachino da strappo, pezzi decontestualizzati all’origine che vengono assemblati per parlare una nuova lingua, attuale, con distorsioni e visualizzazioni insolite, personali, diverse da quelle imperanti”.

• A chi rivolgi la tua attenzione quando scegli di incominciare un’opera? “Mi rivolgo ai fenomeni attuali e ai problemi della vita quotidiana che coinvolgono la mia generazione. Cito ad esempio la perdita dell’identità per effetto della moda e del consumismo, oppure di diverse dipendenze dei giovani ma anche dei meno giovani. In un’epoca che cerca il semplice divertimento superficiale, il mio lavoro si focalizza sulla perdita d’identità, sullo stordimento frenetico per raggiungere il successo esclusivamente economico. Vedo in breve la trasformazione dell’umanità oggi priva di valori etici, vedo l’agire smisurato di tanti coetanei sotto influsso di manipolazioni sociali, di stupefacenti o di cultura televisiva”.

• Le tue opere dimostrano un’organizzazione dello spazio molto personale. Con queste esplosioni di frammenti, i tuoi protagonisti prendono forma e parlano tra materia e dinamica, tra figura e spazio… “Non faccio altro che raccontare la mia storia e la mia generazione, che vorrei migliore e che ogni giorno mi dà spunti stimolanti per nuove opere. Mi piace lavorare su grandi superfici perché esalto il turbinio e le prospettive di queste storie “centrifugate”. Come un vagare alla ricerca del senso della vita, col chiodo fisso sulla sopravvivenza…”.

silviabeltrami.com
beltrami_silvia@libero.it.

 

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di Gianbattista Bonazzoli
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