VOLI DI CARTA E DI LUCE

11/04/2019

L’installazione di Barbara Vistarini presentata a DENTROCASA EXPO 2019 e riproposta al Fuorisalone della Design Week milanese.

 

Barbara Vistarini concepisce l’arte come una commistione di più discipline ed elabora progetti con particolare valore etico e sociale. Come opere che non conoscono confini di intervento. Recentemente è stata protagonista di una suggestiva installazione di grande successo, dal titolo “Volare”, realizzata e presentata alla fiera d’arredamento e design DENTROCASA EXPO 2019.

Quest’ultimo elaborato dell’artista viene presentato in una mostra personale dal titolo “Voliumani” nel corso della Milano Design Week presso Azimut management, a Palazzo Bocconi, nel distretto di Porta Venezia Indesign.

Ma come nasce questo progetto? “Questa installazione è legata fortemente ad una storia che parla di atletica leggera. “Volare” nasce in ambito sportivo e restituisce, attraverso semplici gesti, un nuovo modo di vivere la bellezza, di apprezzarla e di conseguenza anche produrla e moltiplicarla. L’esperienza personale che conduco da alcuni anni come dirigente del Settore Paralimpico del Centro Universitario Sportivo di Brescia e guida blind per l’atletica leggera ha costituito non solo un’esperienza unica e straordinaria a livello umano, ma ha fornito spunti e ispirato una mia particolare, nuova ricerca estetica ed artistica. Dalla richiesta di mani per guidare gli atleti ciechi da me lanciata in ambito agonistico sono approdata in un territorio “intimo”, ricco di umanità e solidarietà pronta da vivere in continuo e reciproco scambio. Un viaggio alla scoperta di altri modi di sentire, di percepire luci e ombre, di cogliere la realtà oltre la sua forma-luce e trasferirla in un ambito in cui il senso predominante è la fiducia nell’altro”.

Che materiali hai utilizzato? “La carta è il materiale dominante e assoluto in cui si concentra tutta la poetica e la tensione emotiva del lavoro. Ho costruito l’installazione basandomi su due elementi principali: la lettura bidimensionale e simbolica delle mani ritagliate a sagoma su cartoncino nero e il bisogno di dare profondità e leggerezza al discorso attraverso spazi fisici in grado di esaltare la “volatilità” delle sagome”.

In conferenza stampa hai parlato della tua poetica in termini di materiali sensibili: carte e luci che avvolgono gli spazi in una nuova dimensione sensoriale. “Esiste un’estetica della carta una sua bellezza che affascina ognuno di noi, un binario su cui far scorrere i temi dell’immaginazione e che, sin da bimbi, ci ha accompagnato sui banchi di scuola. Esiste inoltre un’attualità creativa della carta che si colloca nell’area artistica contemporanea assieme a quella del design. Essenzialità, sobrietà e rigore ma anche tante emozioni e una spinta energica forte verso l’innovazione. Ho declinato la carta in forme semplici capaci di generare nuove forme di socialità con l’intento di renderle ricche di sentimenti umani. Le mani sono una delle poche parti del corpo esposte. Esse acquistano il valore di forme portatrici di luce, entità vive e mutevoli che possono cambiare dinamicamente il loro aspetto e perfino la loro originaria funzione”.

Il mondo digitale ha ridisegnato le nostre vite, ma tu sembri volerti “aggrappare” a valori invece immutabili. “Sì. Vorrei recuperare il valore della manualità in ambito creativo che mi porta ad aggiungere un nuovo tassello sul percorso iniziato agli Spedali Civili di Brescia nel 2017 e presentato alla Biennale di Arti Visive di Venezia, intento a promuovere azioni progettuali e artistiche con un deciso tratto etico e sociale. Le piccole mani nere, in carta, unite sul dorso quasi a formare miriadi di farfalle, riposano placide sulle pareti in attesa di spiccare il volo. Ciò che trovo affascinante e prezioso riguardo ad entrambe le esperienze, quella di guida blind e quella artistica, è l’aspetto tattile. Riscoprire il mondo attraverso gesti semplici, come quello di dare la mano o tagliare sagome di carta per raccontare storie ed esprimere sentimenti, significa conservare la sensibilità per il tocco umano delle cose”.

 

SCHEDA BIOGRAFICA

Nata a Roma, Barbara Vistarini, espone dal 2002, utilizzando il mezzo fotografico e video, in mostre collettive in Italia e all’estero, tra cui si ricordano “I segni e la memoria” al Circolo Culturale B. Brecht di Milano, ”Strategie del corpo” alla Galleria Tamatete di Roma, ”Omaggio a J. Beuys” al Museo Civico di Ascona in Svizzera, “Blog on Rimbaud” al Castello di Rivara, ”Omaggio a H. Szeemann”al Tempio della Natura di Bolognano, “Bye Bye Barbie” al Liu Hai Su Art Museum Shangai. L’artista partecipa ad importanti eventi veneziani durante 2 edizioni della Biennale di Arti Visive di Venezia. Partecipa ad una esposizione a Palazzo Albrizzi Capello durante la Biennale Architettura di Venezia 2018. Espone ad Art Miami nel 2017 in occasione della Fiera d’Arte Contemporanea Miami River Art Fair. Vince nel 2009 un premio alla Biennale d’Arti Visive di Genova e nel 2010 è presentata in copertina sul Corriere dell’Arte. I suoi lavori sono presenti in importanti Istituzioni e Collezioni pubbliche e private e sono stati pubblicati su diversi numeri di Flash Art Italia e Flash Art International. Le sue opere sono rappresentate a New York da Danette Koke Gallery 55 Bethune Street e a Roma da Honos Art Gallery. L’artista curerà a breve la rubrica “Contemporary” per la rivista DENTROCASA.

 

barbaravistarini.it

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