A colloquio con l’artista Livio Scarpella fra suggestioni classiche e input contemporanei.
nell’immagine: Ghost Crystal; Nuba Mosaic; Orecchino
Livio Scarpella nasce nel 1969, a Ghedi Bs, dove attualmente vive e lavora. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera dove si è diplomato nel 1990. Mi ha raggiunto nel salotto di casa mia nonostante il terribile mal di schiena che lo tormenta da qualche giorno…
I corpi che rappresenti hanno spesso un richiamo classico, ma basta un oggetto come un tatuaggio, un fiore o una conchiglia per cambiare subito questa percezione.
“In effetti l’approccio che ho col mio lavoro è decisamente classico, ma in genere l’inserimento di un particolare cambia la sensazione di ciò che è rappresentato. Adoro caratterizzare le mie opere con vari elementi che le rendano ben riconoscibili sia nella forma, sia nella tecnica in cui sono realizzate”.
Ho apprezzato molto la serie “Ghost” del 2011, visi velati che lasciano trasparire l’anima e mettono a nudo il cuore fatto di pietre preziose.
“Mi fa piacere. “Ghost” è una serie di opere di ispirazione chiaramente seicentesca con particolare riferimento al Cristo velato di San Martino e alle opere del Corradini, in una mia personale rivisitazione. L’idea di incastonarci dei “cuori” di pietre luccicanti nasce dal fatto di abbinare cose e oggetti che mi piacciono e mi suggestionano. Le figure velate suscitano sempre uno strano fascino e se le si impreziosisce con elementi come quelli già citati l’aura di mistero si intensifica… e io amo queste cose”.
Mi fa rabbia che un disegnatore capace come te abbia messo da parte il disegno e lo usi esclusivamente come prima idea per la scultura…
“Veramente non metto mai da parte nulla della mia esperienza artistica, ma magari lascio in sospeso alcuni aspetti per concentrarmi su altri. Questo dipende dal tipo di lavoro che sto facendo. Il disegno per me è solo un mezzo per dare forma ad idee non ancora chiare, uno studio insomma per realizzare l’opera che mi vagheggiava nella mente…”.
Ultimamente fai ricorso anche al mosaico. C’è un motivo preciso?
“In anni recenti ho sperimentato anche il mosaico applicato alla scultura, in quanto ho partecipato ad un progetto più ampio sul tema. Come la ceramica, il bronzo o l’uso di pietre, trovo nel mosaico vari stimoli che mi permettono di conoscere le tecniche ed elaborarle a mio piacere rendendo il processo creativo più vitale. Immagazzino dati, immagini, suggestioni e lascio che si stratifichino nella mente: da questo “frullato” uscirà una “cosa” che darà forma alla mia idea”.
[ap_divider color=”#CCCCCC” style=”solid” thickness=”1px” width=”100%” mar_top=”20px” mar_bot=”20px”]
di Gianbattista Bonazzoli
bonazzoli99@gmail.com
cell 328 3465570
Seguici su