Nella Capitale Europea della Cultura 2019, oltre 150 opere del “genio” catalano
Si aggira un che di surreale nella Città dei Sassi. Suggestioni a metà strada fra il visionario e il dissacrante: è la “proiezione del sogno” di Salvador Dalì, che trova un palcoscenico d’eccezione nello straordinario paesaggio di Matera. La città lucana, Capitale Europea della Cultura 2019 (insieme alla bulgara Plovdiv) ospita infatti l’esposizione dal tema “Salvador Dalì.
La persistenza degli opposti”, un inedito viaggio nella memoria, nell’inconscio e nelle stravaganze del poliedrico artista spagnolo. Il “genio” si manifesta tra i caratteristici Sassi di Matera, che accolgono le tre statue monumentali Danza del tempo, Elefante spaziale e Piano surrealista, e nelle chiese rupestri San Nicola dei Greci e Madonna delle Virtù, che custodiscono oltre 150 opere. In più ologrammi, realtà virtuali, un docufilm, laboratori e proiezioni 3D per un’esperienza ancora più completa e multisensoriale.
Ad organizzare la mostra, visitabile fino al prossimo 30 novembre, la Dalì Universe, società che gestisce una delle più ricche collezioni private di opere del maestro, affiancata dal Circolo La Scaletta, associazione culturale impegnata nella conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale di Matera, e dal Comune stesso della città che si è occupato delle installazioni sul territorio urbano. La cornice storica di Matera è teatro perfetto per celebrare e indagare le dinamiche emotive di Salvador Dalì immergendosi nella dialettica di una personalità in continua trasformazione.
È occasione quindi per calarsi nella moltitudine di prospettive attraverso cui il maestro catalano affronta e rovescia la verità: nella sua opera il reale trascende nell’irreale annullando la caducità delle cose terrene con l’impronta eterna dell’arte. “Incastonare” Dalì nei Sassi di Matera è quindi una provocazione nella provocazione, come il fondersi simultaneo di due incantesimi che da distanti si fanno in qualche modo affini.
Gli opposti si incontrano innescando confronti irriverenti e bizzarri: come il Tempo, millenario ma anche fugace, gli Involucri duri e gli interni molli, la Religione in costante diatriba con la Scienza e la Metamorfosi da reale a irreale. Dualismi inconciliabili a simulare ipotesi di verità che solo il creativo può “vedere” e ideare. Esponente del Surrealismo, Salvador Dalì dà libero sfogo ai turbamenti del proprio inconscio in opere che scandagliano un’alienazione slegata da ogni forma di controllo.
E così a Matera l’emozione di fronte alla sua opera accompagna il visitatore in un percorso tematico che attraversa le più grandi paure dell’uomo moderno, ma anche la sua capacità di farsene carico. La psiche crea cioè inaspettate forme di difesa, esternazioni sempre più stravaganti a deviare occhi e mente da un’angoscia che non troverebbe rifugio razionale.
Dalì è tutto questo e Matera lo custodisce nel corso di un lungo intensissimo anno in un abbraccio unico, specialissimo, donando al suo fare arte una “collocazione” che gli diviene immediatamente congeniale. Dove la storia affonda in tracce secolari, la memoria e la genialità di Dalì calcano trionfalmente la scena, dissimulando, ancora una volta, l’instabilità e la precarietà dell’esperienza umana.
daliamatera.it
fino al 30 novembre 2019
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di Stefania Vitale
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