I materiali utilizzati, il rapporto con i movimenti artistici e i suoi principali attori.
nell’immagine Achille Castiglioni al tecnigrafo (ph H. Findletar). Alessandro Mendini (ph Carlo Lavatori)
Il design italiano ha inizio negli anni Trenta quando la questione del “progetto” è ancora vista in termini di “arte decorativa” e, nello stesso tempo, esistono due tesi, l’“orgoglio della modestia” e il “lusso necessario”, intorno alle quali, mutatis mutandis, si muoverà l’intera vicenda.
Qui i modelli di Pagano, di Terragni e degli altri razionalisti non andarono al di là dei prototipi realizzati soprattutto per allestimenti di mostre o di eventi celebrativi e di alcuni arredamenti, senza mai diventare prodotti di serie. Il primo “progetto” italiano avviene nel 1949, anno di nascita di Azucena, azienda fondata da Ignazio Gardella, Luigi Caccia Dominioni e Vico Magistretti, che comincia a produrre mobili ed oggetti di arredo di prestigio e di alto costo.
La dicotomia fra mobili “poveri” e “ricchi” subisce una notevole trasformazione negli anni Cinquanta quando, caduto per una serie di cause il programma ideale di un’“arte per tutti” e diventato ogni prodotto ugualmente costoso, essa perdeva la sua importanza etico- sociale e si manifestava soprattutto in orientamenti del gusto.
Si noti che alcuni designers firmano progetti per l’una e per l’altra fascia di mercato utilizzando materiali più diversi. Il carattere polimaterico di alcuni mobili ci rimanda ad un altro aspetto ancor più tipico ed importante del design italiano: la sua frequente associazione a forme e motivi dell’avanguardia delle arti visive.
Il rapporto fra design e movimenti artistici gode di una forte influenza cosicché Futurismo e Metafisica, Cubismo ed Espressionismo, Astrattismo e Concretismo, Pop Art e Arte Cinetica si legano ad un’operazione artistico-culturale di molte aziende di produzione.
Per citarne alcune Arflex, B&B Italia, Cassina, Castelli, Driade, Gavina, Zanotta. Gli attori principali di questo periodo sono Gio Ponti, Franco Albini, Marco Zanuso, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Giancarlo Piretti, Enzo Mari, Bruno Munari, Tobia Scarpa, Mario Bellini, Paolo Deganello, Gatti Paolini e Teodoro, De Pas D’Urbino e Lomazzi, Ettore Sottsass e Alessandro Mendini. Nel quarantennio 1930-70 in Italia la progettazione c’è stata, mentre la produzione è stata scarsa o è avvenuta a livelli molto particolari tanto da non porsi il problema della serialità.
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Ezio Ramera
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