||“Il Barbaro” Roberto La Barbera, salto in lungo T64 (amputazione) – Europei paralimpici di Atletica Berlino, 2018.||“Uno per tutti, tutti per uno” Oxana Corso, Diego Gastaldi, Carlotta Bertoli, Riccardo Bagaini, staffetta 4x100 universale (disabilità varie) – bronzo Europei paralimpici di Atletica Berlino 2018.||“Fame di vittoria” Assunta Legnante, getto del peso F11 (cecità) – oro Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016.||“Posizione” Oney Tapia,

LA FEDERAZIONE ITALIANA SPORT PARALIMPICI E SPERIMENTALI METTE IN PISTA L’ESTETICA DELLE EMOZIONI

07/02/2020

Per le Paralimpiadi di Tokyo 2020 è in programmazione sul territorio nazionale una mostra che racconta e promuove la storia degli atleti paralimpici dell’atletica leggera italiana attraverso la forza e la bellezza del gesto sportivo

“Posizione” Oney Tapia, Lancio del disco F11 (cecità) – oro Europei paralimpici di Atletica Grosseto, 2016, Testimonial per la Mostra alla Facoltà di Ingegneria a Brescia.

Nell’immagine: “Istanti” Roberto La Barbera, salto in lungo T64 – (amputazione) – Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016.

Siamo connessi alle cose attraverso una rete di rapporti e di valori imprescindibili. Il nostro legame con il mondo è costituito da una serie di rimandi sostanziali, uno tra questi è l’immagine fotografica. La fotografia non è solo un “medium” artistico e istituzionale, ma essenzialmente un mezzo di comunicazione portatore di valori ed emozioni.

“La macchina fotografica è uno strumento che insegna alle persone come vedere senza la macchina” testimoniava la fotografa Dorothea Lange negli anni d’oro dell’avvento della fotografia nel panorama dell’arte moderna.

“Fame di vittoria” Assunta Legnante, getto del peso F11 (cecità) – oro Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016.

Si tratta proprio di questo: guardare oltre lo sguardo, suggerire piuttosto che spiegare. È questo, appunto, il primo stimolo restituito dal portfolio di immagini proposte da Marco Mantovani, fotografo della Nazionale italiana paralimpica, per la mostra della Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali, FISPES, itinerante sul territorio nazionale, in occasione dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020.

L’esposizione rende possibile la diffusione di una cultura sportiva di integrazione ed inclusione per persone con disabilità attraverso la narrazione per immagini della vita degli atleti paralimpici che si sono distinti nelle competizioni più importanti a livello nazionale ed internazionale.

Le fotografie proposte raffigurano alcuni momenti della vita di un atleta durante le competizioni, con un taglio che mira a far risaltare gli attimi di concentrazione e la tensione agonistica, portando alla luce una nuova estetica.

Una miscela esplosiva di emozioni ci conduce in una “terra di mezzo” in cui tradizione e innovazione si sposano con la contemporaneità: la tecnologia che accompagna l’atleta paralimpico, il distillato della sua determinazione e la grinta lo riscattano dai segni della vita.

L’obiettivo è la nascita di una nuova sensibilità, che non si esprime soltanto numericamente attraverso i risultati agonistici degli atleti, ma che deriva dal fascino delle idee e del valore umano, messi in campo e resi visibili, attraverso una nuova estetica delle emozioni.

“Uno per tutti, tutti per uno” Oxana Corso, Diego Gastaldi, Carlotta Bertoli, Riccardo Bagaini, staffetta 4×100 universale (disabilità varie) – bronzo Europei paralimpici di Atletica Berlino 2018.

“Le immagini in bianco e nero solleticano l’immaginazione – ci spiega il fotografo Mantovani – e la mostra raccoglie i tre grandi momenti della vita da atleta intorno ad una competizione ufficiale in pista e in pedana per l’atletica leggera: la fase di preparazione pre-gara, la gara raccontata nei suoi vari istanti e il momento culmine di una lunga attesa ed intensità di allenamenti spalmati negli anni.

Infine le emozioni post gara, dalla gioia alla delusione, dalla soddisfazione all’amarezza, alla consapevolezza di aver concluso un percorso sportivo significativo nella vita di ciascun atleta”.

Una chiave di lettura è fornita anche dal titolo della mostra “L’insuperabile è imperfetto”.

Un paradosso, forse, che riprende il titolo “Elogio dell’imperfezione” dettato da Rita Levi di Montalcini in una sua famosa autobiografia.

L’imperfezione, così consona alla natura umana, non solo merita un elogio, ma nel caso dei nostri atleti diventa un canone insuperabile di forza e di bellezza.

Un messaggio forte e universale quello trasmesso dalle immagini in mostra in cui il mondo della disabilità diventa un mondo di possibilità e l’atletica paralimpica un vasto territorio su cui affrontare, realmente e metaforicamente, le sfide della vita.

“Il Barbaro” Roberto La Barbera, salto in lungo T64 (amputazione) – Europei paralimpici di Atletica Berlino, 2018.

 

“L’insuperabile è imperfetto. Storie di Atletica Paralimpica”. È una mostra fotografica monografica che racconta l’Atletica Paralimpica attraverso lo sguardo del fotografo ufficiale della Nazionale Italiana Marco Mantovani. Mantovani, 40 anni, fotografo da 15, porta la sua grande esperienza maturata nell’entertainment e nella moda al servizio dello sport dopo aver incontrato casualmente l’Atletica paralimpica, le sue storie e i suoi atleti. È amore a prima vista, una passione che nasce allo Stadio Carlo Zecchini di Grosseto nel 2016 durante la quarta edizione degli Italian Open Championships. Gli obiettivi di cui si fa portavoce la Federazione Italiana Sport Paralimpici Sperimentali sono: far conoscere l’Atletica paralimpica e i suoi atleti; diffondere una cultura sportiva d’integrazione ed inclusione per persone con disabilità; promuovere la fotografia come forma di narrazione per immagini. Si tratta di 25 fotografie, in grande formato, che raffigurano gli atleti descrivendone il gesto umano e sportivo. La mostra è stata presentata in diverse città sul territorio nazionale tra le quali: Grosseto dal 30 maggio al 9 Giugno 2019, dislocata nel centro storico; Rionero in Vulture (Potenza) dal 16 al 25 Agosto 2019 presso il Museo del Brigantaggio; Frosinone in occasione della festa della Sacra Famiglia del 30 Agosto; Reggio Calabria dal 10 al 28 Ottobre 2019 presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria; Brescia dal 17 al 31 gennaio 2020, organizzata dal CUS, presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia. La mostra è successivamente dislocata in alcune sedi a Roma.

 

 

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di Barbara Vistarini
barbaravistarini.it

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