Giovanni Tomasini, designer e direttore creativo di Studio7B, intervista il designer Marcello Ziliani sul tema “giovani e design”.
Allievo del grande Achille Castiglioni, Marcello Ziliani, si laurea 30 anni fa al Politecnico di Milano. In questi sei lustri, lavora molto, anzi moltissimo, lasciando dietro di sé una scia smisurata di pregevoli prodotti e preziose collaborazioni: Calligaris, Pedrali, Flos, Rapsel e Magis, solo per citarne alcune. Dall’alto dei molti premi ricevuti, non è esagerato definirlo uno dei designer italiani contemporanei più autorevoli e influenti.
Marcello, all’inizio della tua carriera hai trascorso diversi anni all’estero per poi tornare in Italia. Quanto conta oggi intraprendere una ricerca personale all’estero per un giovane designer? “È indispensabile! Sia a livello formativo che lavorativo, dove in Italia c’è poco spazio. E poi oggi non c’è più un “estero”, è necessario approcciarsi al mondo intero”.
Hai avuto un maestro importante come Achille Castiglioni: ritieni sia stato un tassello fondamentale per la tua formazione? “Sì, sicuramente. Innanzitutto mi ha mostrato come ci si può divertire, progettando cose, come rimanere “leggeri” anche affrontando argomenti seri. In più mi ha insegnato che un progetto ha un senso quando ha al suo interno un elemento fondante che ne è la componente principale”.
La domanda amletica per ogni giovane designer: da dove iniziare? Un’esperienza estera? Gavetta in uno studio o presso un’azienda? Cercare visibilità attraverso web e social media? “Ritengo siano tutti e tre elementi non bypassabili. I social, come strumento di diffusione della propria professionalità; un’esperienza estera, come possibilità di crescita professionale e poi la gavetta, ma facendo molta attenzione a non farsi sfruttare”.
Quanto è importante secondo te avere sott’occhio tutto il ciclo produttivo della filiera? “Fondamentale: se non sai come si fa una cosa non puoi progettarla! Lasciare nelle mani dei tecnici la parte di sviluppo del progetto “rende schiavi”, con il rischio di perdere il controllo sulla progettazione, anziché esserne elemento attivo”.
Ami definirti un “sediaiolo” e la mole di progetti che hai alle spalle ti dà ragione. Molti ritengono la sedia come uno degli oggetti più difficili da disegnare. Condividi questa affermazione? “No, non la condivido, probabilmente perché disegno sedie abitualmente e, quando fai una cosa da tanto tempo, la fai senza accorgerti delle difficoltà. Tuttavia più una tipologia di progetto è praticata, meno è facile trovare, all’interno di questo tema, sbocchi originali ed interessanti”.
Un consiglio ai giovani designer ed un consiglio alle aziende italiane… “Ai giovani dico di valutare bene la scuola da frequentare e poi di fare una scelta precisa e su quella insistere, assecondando sempre la propria indole. Credo invece che le aziende italiane che si occupano di design non abbiano bisogno di consigli, rappresentando a mio parere un comparto estremamente sano e dinamico”.
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di Giovanni Tomasini
Studio7B – interior design, industrial design, web e consulenza in marketing & commerciale.
FabLab BRESCIA, via Pavoni, 7/B Brescia
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