Erri De Luca inscena una tombolata di Capodanno per riavvolgere ricordi e sensazioni
La doppia vita dei numeri – Erri De Luca – Feltrinelli
L’immediatezza del teatro e la profondità della letteratura. Lo scrittore Erri De Luca è artefice di una buona contaminazione di generi attraverso un libro semplice, breve, ma intenso. “La doppia vita dei numeri” mette in scena un molteplice gioco di coppie formate da elementi apparentemente distanti: un fratello e una sorella, la vita e la morte e poi il teatro e la letteratura, appunto. È una “performance” che scaturisce dall’ascolto delle voci e dei rumori, ma anche dei ricordi lontani e mai sopiti di un Capodanno napoletano. E nell’economia del racconto l’ambientazione non funge da semplice sfondo, ma è essa stessa parte integrante, particolare che d’incanto si fa tutto, battendo con prepotenza sui vetri, colorando la stanza. Fratello e sorella stanno per ripetere il rituale della tombolata in famiglia l’ultima notte dell’anno. Sono in due, ma al tavolo le sedie sono quattro a ricordo di mamma e papà, voci e presenze che anelano a rimanere sempre vive. Nocciolo del racconto è proprio l’attaccamento ad una vita che spesso pare spezzata anche per chi, ancora sulla Terra, resta ancorato a proiezioni di sogni svaniti e per questo non in grado di vestire al meglio i suoi panni. La tombola è l’occasione per ri-sorteggiare gli emblemi dei propri trascorsi, rimettere in fila le cose, riavvolgerle e scrutarle da un’altra prospettiva. A ogni numero un significato e, per associazione di idee, fatti e persone che si trovano nuovamente o per la prima volta in connessione gli uni con le altre: 76 il tram, 42 il caffè… Uno via l’altro come designa la sorte…
Fratello e sorella, ma anche i “redivivi” genitori, escono dall’isolamento, respirando ancora l’ebbrezza di vedersi insieme, di lasciarsi cullare dall’atmosfera della festa. E così, reinventare un mondo che assomiglia al proprio, facendovi confluire al contempo esperienze significative e attimi apparentemente privi di valore, è pretesto per riascoltare ciò che in precedenza veniva a malapena sentito o addirittura sofferto. Mentre si attende la mezzanotte, la linea di demarcazione fra ieri e oggi è cancellata, così come si assopiscono gli intenti di ritrosia e vendetta verso un’esistenza che non gratifica e non consola affidando al miraggio il compito di delineare prospettive più appaganti. Nel breve volgere di una sera, ma non di una sera qualsiasi, i personaggi della storia di Erri De Luca incarnano finalmente il ruolo che prediligono, sventagliano sorrisi che non pensavano di possedere, attingono a risorse inaspettate per accogliere un’altra parte di sé, una seconda possibilità, una vita che si fa d’improvviso doppia, ramificata, più ricca. Da sparuti, indolenti, assoli ad un coro armonioso e multiforme.
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di Stefania Vitale
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