profumi gennaio2015
profumi gennaio2015

RACCONTARE PROFUMI

02/01/2015

Un saggio che raccoglie testimonianze letterarie di varie epoche sull’utilizzo di fragranze e aromi. Civiltà a confronto fra tradizione e ricerca della modernità.

Il profumo della letteratura – Daniela Ciani Forza e Simone Francescato – Skira

Esprimere un profumo a parole. Spiegare con le lettere una sensazione olfattiva. Compito non facile, che in molti hanno eseguito con risultati non sempre soddisfacenti, ma facendosi comunque testimoni di un’epoca e di un popolo. In questo libro Daniela Ciani Forza, professore associato di Lingua e Letteratura anglo-americana alla Ca’ Foscari di Venezia, raccoglie una serie di saggi che vanno a coprire secoli di letteratura, spaziando dall’antichità alla cultura post moderna. Fornendo al lettore aneddoti o veri e propri estratti di opere, si ricostruiscono atmosfere e scenari del passato, si attraversano filoni culturali, si esplorano tradizioni sconosciute. Il profumo rimane sempre infatti un segno inequivocabile di identità e di differenza. Ma non solo, permette anche di definire il proprio rapporto con il mondo delineando approccio e sensazioni, fornendo in tal modo all’interlocutore un quadro più o meno esauriente di sé. Nella cultura araba, ad esempio, gli odori del corpo sono da considerare, a prescindere, emanazioni della persona. Effluvi inebrianti invece mischiano la loro valenza sacra con i riti profani, come si deduce specialmente in molti testi antichi. Aromi particolari venivano infatti usati per specifiche funzioni religiose ma anche nella preparazione di medicinali. Come è anche risaputo che spezie rare venissero collegate ad un immaginario di magia e prodigi. La valenza evocativa del profumo è ben espressa nella letteratura di Marcel Proust che sostiene che ad esso sia legato il complesso dei ricordi. Pochi come l’autore francese hanno saputo affidare al senso dell’olfatto il potere di risvegliare e sublimare memorie sopite o inevitabilmente ottenebrate dal tempo. Ma se si vuole indagare il gusto di circondarsi di essenze e effluvi che mixano delicatezze floreali a fragranze più eccentriche, è un piacere addentrarsi nell’opera e nelle lettere di Gabriele d’Annunzio. La cura e la dovizia di particolari con cui il Vate descrive e reclama i propri boccettini da collezione del Vittoriale e l’attenzione riposta tanto ai contenuti tanto alle forme, anche le più bizzarre, dei vari flaconi, sono esemplari. I profumi sono testimonianza di imprese passate o rievocazione di incontri suadenti, ognuno con un proprio significato. Un po’ come in Shakespeare, per il quale il ricorso al profumo è un rafforzativo delle sue straordinarie metafore…

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di Stefania Vitale

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