Il mondo adulto e quello dei bambini. Un confronto che pende decisamente a favore dei più piccoli.
La vita è una pizza – Stefano D’Andrea – Corbaccio
Per dare vita a qualcosa di davvero originale bisogna essere pronti a sbagliare. È necessario essere aperti alla possibilità di una sconfitta personale, di un vero e proprio fallimento, o addirittura di una derisione pubblica. Proprio come i bambini, che agiscono ingenuamente, ma hanno dalla loro parte tanto coraggio. In una società nella quale lo sbaglio è il peggior male, l’adulto è chiaramente bloccato in molte delle sue scelte. Attingere al mondo dell’infanzia pare quindi una buona soluzione, oltre che un’autentica arma per la sopravvivenza. Compiere gesti liberatori, ballare o cantare senza riserve, come fanno appunto i più piccoli, è a volte infatti molto più salutare di una buona cena vegetariana. Stefano D’Andrea, che ha insegnato Sociologia della Comunicazione all’Università IULM, esplora in questo libro le dinamiche del mondo adulto in contrapposizione a quanto avviene nel microcosmo dei bambini. Un confronto che risulta spesso impari, ma a favore sorprendentemente proprio dei più piccoli. Partendo dal presupposto che la vita concede assai raramente di tornare sui propri passi, è bene imparare ad assaporarla a pieno, scoprire la felicità delle piccole cose, godere di un sorriso. Ma da grandi certi meccanismi non sempre funzionano perché filtrati inevitabilmente dal sentire comune. È difficile oggi per un uomo vivere bene la solitudine o sentire sulla pelle la tristezza di un momento. Assai più semplice e soprattutto immediato rifugiarsi in un sms o in una chat, magari davanti al semaforo, imitando senza volerlo il guidatore a fianco. Anche essere d’esempio per un bambino non è facile, specie se si ha la predisposizione a lamentarsi sempre o a protestare per qualcosa. Spesso accade invece che l’adulto nutra inconsciamente il desiderio di tornare ad essere bambino, di rivivere quanto ha già vissuto, o perso, o magari solo sfiorato. Ma, come detto, difficilmente cilmente la vita concede repliche. L’ideale è quindi non perdere istanti preziosi e trovare motivazioni sempre valide e coerenti per nutrire fino in fondo la propria quotidianità, anche semplicemente tornando a godere dei bisogni primari, come dormire, mangiare, bere. In poche parole lasciarsi andare, senza pensare necessariamente a tutte le conseguenze possibili del proprio agire, ma gustandosi una volta tanto un trancio di pizza bollente, seduti su una panchina, senza posate, né tovaglioli, stando solo attenti a non fare cadere la mozzarella sui piedi… Per un bambino sarebbe una cosa naturale.
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di Stefania Vitale
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