METTI UN PINGUINO NEI PANNI DI MONNA LISA…

04/09/2019

 

Al Nyx Hotel Milan le incursioni dei simpatici soggetti di Massimo Fenati nei capolavori della storia dell’arte.

 

massimofenati.com • fino al 31 ottobre 2019

Goffo, dolce e perfino un po’ spaurito, ma sempre di una simpatia disarmante. Quale figura animale riesce a catturare l’attenzione e trasmettere tenerezza al pari di un pinguino? È così che l’intraprendente abitante dell’Antartide diviene veicolo ideale di messaggi allusivi ma anche di semplici emozioni, capaci di unire trasversalmente grandi e piccoli.

Massimo Fenati, designer, fumettista e illustratore classe 1969, originario di Genova ma residente a Londra ormai da diversi anni, ha eletto il pinguino a “portavoce” della sua arte. E, spaziando fra rubriche di giornali, libri, illustrazioni e cortometraggi, ha anche dato vita ad una esilarante galleria di quadri che, naturalmente in chiave pinguina, rivisitano i maggiori capolavori della storia dell’arte, toccando talvolta pure qualche opera meno conosciuta.

Oggi le tavole, già oggetto di un libro pubblicato da Tea, sono le divertenti protagoniste di una mostra allestita fino al 31 ottobre al Nyx Hotel Milan, a cura di Question Mark Milano, dal tema “Arte Pinguina”, appunto. Gus&Waldo formano una coppia di pinguini gay che, con grande intraprendenza ma non senza rispetto, si insinuano coraggiosi nelle tele degli artisti più celebri di sempre.

Direttamente dal MoPa (Museum of Penguin Art) ci calano quindi in una revisione allegra e appassionata di grandi icone, con l’intento sì di strappare un sorriso, ma anche, beninteso, di valorizzare dettagli e significati del singolo quadro. Viene così fornita una chiave di lettura, diciamo così, alternativa (anche se distante da fini meramente parodistici) della narrazione artistica internazionale che, grazie all’apporto dei simpatici soggetti di Fenati, ne esce ancor più investita di immortalità.

Sì perché Fenati, laureato in Architettura, non pone limiti alla sua spassosissima indagine nell’evoluzione dell’espressione creativa e, dimostrando di padroneggiare non poco la materia, scorre agilmente dall’antichità al Rinascimento fino ai contemporanei.

Un’occasione unica, quindi, per un ripasso “in leggerezza” della storia dell’arte, letta dall’insolita prospettiva dei due irriverenti pennuti. Eccoli quindi comparire come sostituti d’eccezione di Van Gogh nel suo Autoritratto, della Monna Lisa nella Gioconda di Leonardo e addirittura replicarsi in serie in omaggio alla Pop Art di Andy Warhol. Ma ci sono anche improbabili, argute, incursioni dei pinguini nella scena surrealista di Joan Miró, nelle visioni stranianti di Edwar Hopper, nei paesaggi affollati (in questo caso anche da oche, pellicani e fenicotteri!) di Georges Seurat e perfino nella grande onda di Katsushika Hokusai.

Impudenti, ma pur sempre straordinariamente credibili, anche il protagonista de l’Urlo di Munch, o la ballerina sui generis di Degas, per non parlare della Venere tutta pinguina di Botticelli. Traballanti, fintamente sicuri di sé, sagaci e maliziosi al punto giusto, Gus&Waldo irrompono sulla tela come attori navigati, sfoggiando interpretazioni da applauso a scena aperta. Sono modelli perfetti, pazienti e vulcanici al tempo stesso, capaci di iperboliche, spiritosissime, trasformazioni.

Il tutto a stretto contatto con una cultura che, con il giusto mix di umorismo e intelligenza, si rende “magicamente” più accessibile fuori dalle sedi formalmente deputate ad essa. E chissà che anche un piccolo pinguino possa dare il suo contributo a spalancare le porte di musei e gallerie di tutto il mondo…

 

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di Stefania Vitale

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