NORMAN-PARKINSON
dal tetto della sede della casa editrice Condé Nast in Lexington Avenue a New York, vista sul palazzo Chrysler e sul grattacielo Empire State Building. Scatto di Norman Parkinson pubblicato sulla rivista Vogue America, 15 Ottobre 1949.

NORMAN PARKINSON: SCATTI… ALLA MODA

16/11/2020

Alla Fondazione Bisazza di Montecchio Maggiore (Vi) un’interessante retrospettiva sulle fotografie di Norman Parkinson e altri nomi celebri della scena internazionale.

 

La femminilità, l’eleganza, la seduzione.

E un click per declinarle ai diversi scenari, dallo studio fotografico al paesaggio urbano.

Sì perché la bellezza può essere apprezzata in tante forme e se da un lato la creatività di uno scatto può aggiungere quel quid in più di charme e di mistero, dall’altro la naturalezza di una posa può risultare elemento altrettanto prezioso.

NORMAN-PARKINSON
Audrey Hepburn (1929-1993) ritratta con un cappello bianco e occhiali da sole sul set del film “How to Steal a Million” del regista William Wyler. Parigi, 1966. Scatto di Terry O’Neill.

La fotografia di moda è un settore in continua evoluzione.

Infrange tabù, precorre ere e orienta il desiderio proiettandolo su nuove visioni, anche in dissonanza col presente.

Ritrarre un personaggio, o un modello, e al contempo valorizzare un particolare capo d’abbigliamento è una sfida con la quale si sono misurati diversi nomi della scena mondiale.

Tra i più originali, il fotografo inglese Norman Parkinson (1913-1990) che con la sua tecnica introdusse un nuovo modo di immortalare la scena:

le modelle infatti non sono più riprese nei consueti set professionali, ma lasciate libere di esprimersi in svariate ambientazioni, dalle strade metropolitane alle spiagge più esotiche.

Come una finestra sul mondo, che non si piega a regole standard, ma è assoggettata unicamente alla dilagante sete di bellezza.

Nella sede di Fondazione Bisazza, a Montecchio Maggiore (Vi), è in svolgimento la mostra dal tema “Norman Parkinson & Fashion Photography 1948 –1968”, un’interessante retrospettiva, visitabile fino al prossimo 13 dicembre, sull’attività di Norman Parkinson, appunto, e di altri quattro fotografi di livello mondiale:

Milton Greene, Terence Donovan, Terry O’Neill e Jerry Schatzberg.

L’esposizione, curata da Cristina Carrillo de Albornoz e organizzata da Fondazione Bisazza e Iconic Images, è suddivisa in sette sezioni:

Glamour, Swinging Sixties, City Style, The Art of Travel, Postwar Couture, Exceptional Gowns e Iconic, per un totale di 70 opere.

Il singolo scatto può dire tanto del soggetto che va a rappresentare e Norman Parkinson, artista dell’immagine, ne rafforza il messaggio con innesti di pura “poesia” che coniugano classe, glamour e raffinatezza.

L’appeal che ne scaturisce è frutto di articolate dinamiche visive mixate a dovere col potere di un’interpretazione tutta personale.

PARKINSON
Marilyn Monroe (1926-1962), in uno studio fotografico a New York, posa indossando un abito da ballerina firmato dalla stilista Anne Klein. “Ballerina” è la serie più conosciuta, che rappresenta la collaborazione tra il fotografo Milton Greene e Marilyn Monroe. Scatto di Milton Greene, Ottobre 1954.

Ma come può una semplice foto trasformarsi in icona del tempo?

Il passo può essere breve se, amplificando la “carica” del soggetto, il fotografo lo rende testimone della propria epoca, protagonista, anche inconsapevole, nell’evoluzione degli stili di vita.

È una complicità che mira a far presa sui fruitori contemporanei, ma che si candida in realtà ad un tributo senza limiti.

L’attualità fa da retroscena ad un mondo quasi interamente al femminile che inneggia alla moda, al cinema e allo spettacolo, evocando una ricercatezza visionaria e reale al tempo stesso.

E sullo sfondo le metropoli, simbolo del successo e del jet set:

New York e i suoi grattacieli e anche Londra e Parigi, luoghi per eccellenza del boom tanto idealizzato dai media.

Storie dal fascino lontano che puntano i riflettori su grandi star affermate, da Audrey Hepburn a Marilyn Monroe, ma anche su novelle regine di sensualità che, proprio grazie all’interazione mediatica, vireranno su di sé l’immaginario comune, facendosi anche anticipatrici dei trend del momento.

Come vere e proprie influencer ante litteram, con la fotografia a giocare un ruolo decisivo nella storia del costume.

 

fino al 13 dicembre 2020 *
fondazionebisazza.it

*Giorni di apertura e modalità di visita della mostra seguono le disposizioni governative in tema di contenimento del Covid-19

 

 

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di Stefania Vitale

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