Alla Fabbrica del Vapore di Milano una mostra sul linguaggio formale e concettuale dell’artista
Un lessico personalissimo, espressione di un viaggio interiore che prende spunto e ispirazione dalla letteratura e dalla filosofia.
È il mondo di Jean-Marie Barotte (1954-2021), protagonista alla Fabbrica del Vapore di Milano di una ricca retrospettiva curata da Chiara Gatti e Marco Bazzini con la direzione artistica di Maria Cristina Madau.
A partire dalla fine degli Ottanta, in Barotte nasce però l’esigenza di sviluppare un proprio linguaggio, realizzando i suoi primi disegni, durante le tournée, nelle camere d’albergo in giro per il mondo.
Il metodo di lavoro di Barotte procede per sottrazione: togliere quanto più è superfluo e soggettivo per avvicinarsi all’essenza dell’oggetto di studio.
L’allestimento della mostra è studiato per trasformare per la prima volta gli spazi della Fabbrica del Vapore in un labirinto di stanze, come piccole wunderkammer connesse fra loro a evocare la linea del tempo, il flusso dei pensieri e quel margine di demarcazione fra ambienti e mondi diversi, ma allo stesso tempo comunicanti.
Fino al 31 ottobre 2024
fabbricadelvapore.org
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