Le luci naturali sono il tema centrale del progetto di questa casa unifamiliare ubicata a Polignano a Mare, piccolo centro sulla costa pugliese.
Il disegno irregolare della facciata richiama la prossimità virtuale di una natura che può essere solo immaginata nel contesto urbano consolidato.
In alcune ore del giorno il gioco di luci ed ombre crea nei profili sui pavimenti e sulle pareti bianche la percezione illusoria di trovarsi in un ambiente naturale.
Urbanisticamente il progetto consiste nella sostituzione edilizia di un fabbricato esistente su tre livelli. Per ottimizzare l’ingresso delle luci si è optato per lo svuotamento della facciata e l’eliminazione dei tramezzi, in funzione di una riconfigurazione degli ambienti.
Il primo livello è occupato dal living, caratterizzato dal soffitto alto 3.50 metri e dalla grande vetrata in acciaio Corten che chiude il prospetto su strada e il lato occupato dalla scala di ingresso. Quest’ultima è stata ripensata con un vago richiamo agli antichi “profferli”, tipici delle abitazioni dei centri storici pugliesi. In questo modo il living si configura come uno spazio molto aperto verso l’esterno.
Se da un lato la scelta della grande vetrata risolveva il problema delle luci, dall’altro poneva quello dell’assenza di un panorama che giustificasse la diretta relazione con l’esterno. Si è pertanto deciso di “disegnare” un contesto, opponendo alla banalità e alla chiusura dell’edificio prospiciente la ricchezza grafica e formale del nuovo intervento.
Le geometrie rizomatiche richiamano rami di alberi virtuali che al mattino creano un gioco di luci e ombre sulle superfici interne aumentando la qualità e l’esperienza percettiva degli ambienti.
Lo stesso effetto si crea al secondo livello, occupato dalle due camere da letto, e all’ultimo piano, dove sono state ricavate la cucina, la lavanderia e due piccole aree esterne: il terrazzo su strada e un patio verde centrale.
L’architetto Antonella Mari, che ha curato il progetto, ci racconta: “Le parole chiave in questo intervento sono state: luminosità, trasparenza, apertura verso l’esterno, fluidità e flessibilità degli spazi, qualità materica e percettiva. Il risultato è un interno da vivere percorrendolo, muovendosi dentro, seguendone il flusso e lo sviluppo verticale degli spazi sfalsati.
Non ci sono porte se non nei bagni. L’arredo è ridotto all’essenziale e integrato nelle strutture. Infatti, il volume sospeso centrale, oltre a contenere il bagno principale e il guardaroba, comprende l’armadio della camera da letto e il piano di lavoro della cucina al piano superiore. I colori e i materiali di finitura scelti per i pavimenti, per le pareti e i rivestimenti sono neutri.
Il bianco è il colore dell’edilizia tradizionale pugliese e il colore della modernità: esalta la luminosità e conferisce silenzio, in contrasto con le texture del legno, con le geometrie delle vetrate e con le ombre a tratti generate dalla luce esterna” conclude l’architetto.
Ph. Gianni Franchellucci – Testo Robert Paulo Prall
Seguici su