Una dimora in cui il minimalismo si fonde con elementi etnici dalla forte connotazione visiva, tutto su piani decisamente bi-optical all’insegna del bianco e del nero.
Il mal d’Africa è spesso fatale: se si è stati più di una volta, quei paesaggi rimangono impressi! Anche Marzena e Albert hanno portato con sé sculture e maschere tribali che si fondono agli accenti bianchi e neri della loro casa.
Il minimalismo è il filo conduttore degli arredi scelti con cura e talora disegnati dai padroni di casa, lei interior, lui architetto. All’interno dell’edificio circondato dal verde della Slesia, in Polonia, il cemento è stato accostato a legni esotici, al vetro e al metallo, in un connubio di grande raffinatezza nella sua spartana semplicità.
In camera da letto, alle pareti, sono stati posizionati i mattoni recuperati da un antico caseggiato. Identici mattoni, stavolta dipinti di bianco, sono evidenti sul muro della cucina. I coniugi ci confermano che nella loro dimora hanno utilizzato unicamente tessuti naturali, quali lino e mussola dalle tende ai copriletti.
La struttura abitativa si sviluppa su due livelli con l’alternanza di pavimenti, pareti e mobili tutti bianchi e neri con pochissime declinazioni cromatiche date da elementi d’arredo.
Qualche concessione al romanticismo si ravvisa nella bella panchetta capitonné con i piedi desinenti e scialbati nel bagno padronale e nella comoda poltrona imbottita e dalla nuance rosa cipria, accostata alla scrivania.
Nel soggiorno/pranzo, le cromie sono bilanciate dal tavolo, trovato a Cracovia, alle avvolgenti sedie in cuoio fino al comodissimo divano all black.
Lo studiolo è molto cool: lo scrittoio, lo schedario, la lampada da terra e la grande cartina d’antan dell’Africa, la maschera e la pelle black and white sul pavimento riassumono in toto il mood di tutti gli ambienti.
Nella parte superiore della casa, alcune travi sono state lasciate a vista e imbiancate come le pareti, in modo da rimarcare le linee architettoniche.
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