La ristrutturazione di un grande appartamento in un palazzo degli anni ’50, si è basata sul concetto di una progettazione compenetrata
“Metti una sera a cena”, afferma Fabrizio Mautone, noto architetto napoletano (esperto e autore di volumi su Gio Ponti), a proposito di questo progetto di ristrutturazione.
L’intento è stato quello di realizzare una casa aperta agli amici, che si sviluppa su una superficie di 250 mq suddivisi in 12 ambienti, 4 bagni e 40 mq di terrazzo.



L’appartamento si trova all’interno di un palazzo che Davide Pacanowski, architetto e ingegnere polacco, realizzò nel 1953 sulla collina di Posillipo.
All’interno degli spazi abitativi, arredi di produzione si fondono con altri realizzati su disegno e alcuni di famiglia, in modo da restituire un’atmosfera di sobrietà contemporanea. L’idea di creare un’omogeneità materica ha comportato la scelta di un’unica pavimentazione in legno di rovere sbiancato.

L’ampio salone è diviso in tre zone distinte dagli arredi. Nella prima parte, l’area conversazione è organizzata con divani e tavolini bassi. Nell’area pranzo, il tavolo è corredato da eleganti poltroncine.
Di diversa impostazione la zona notte, dove i colori predominano, dal bleu denim del disimpegno, contrastato solo da un’opera di Capogrossi, all’ampio spogliatoio della zona padronale.




Il bagno padronale, mascherato da una porta a specchio, ci restituisce un’immagine più prossima a un’area wellness. Stesso discorso per la camera da letto padronale, schermata da un’analoga porta a specchio, che ci introduce in questo ambiente raccolto.
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Progetto di ristrutturazione FABRIZIO MAUTONE
Foto MANUELA PRIORE
Testo JACEK KRUAZYR
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