Aspetti psicologici legati al trasloco
Scatoloni da riempire, oggetti da organizzare, “lo porto o non lo porto”, “ci starà nella casa nuova oppure no”, caos, incertezza ma anche frenesia ed eccitazione.
Questi sono solo alcuni degli aspetti che si presentano in uno dei momenti più stressanti della propria vita. Perché sì, da diverse indagini statistiche risulta che il trasloco è una tra le maggiori fonti di stress psicologico dopo il lutto e la separazione.
In effetti si tratta di un cambiamento molto importante, connesso al significato più profondo che ognuno di noi dà alla casa. Traslocando si lasciano infatti la propria casa, i vicini, il quartiere e spesso addirittura la propria città modificando molte di quelle routine che ci danno sicurezza giorno per giorno.
È stressante perché si tratta di un cambiamento a più livelli: individuale, familiare, sociale e geografico; inoltre, alla preoccupazione di affrontare una novità così significativa, si aggiunge poi il pensiero dell’organizzzione, con il trasporto dei mobili e la logistica dell’evento.
È un po’ come mettere la propria vita in una scatola e spostarla in un altro luogo, dove la speranza è quella di potersi sentire nuovamente “a casa”. Per tutte queste ragioni cambiare casa ha ripercussioni sull’identità di chi vive questo evento.
E tra tutte le risorse necessarie per il cambiamento di abitazione, quelle psicologiche spesso vengono considerate solo in parte, nonostante siano invece cruciali in questa fase. È importante valutare anche la causa che sta alla base del cambiamento: due giovani che vanno a convivere in una nuova casa avranno una motivazione positiva forte e maggior leggerezza rispetto ad una famiglia che si deve trasferire per lavoro e che avrà una motivazione più fragile.
Alla base di tutte le tipologie di cambiamento resta sempre da considerare quanto è forte l’identità della persona che si trasferisce legata alla casa che sta lasciando. Tra le cose da tenere presenti quando si trasloca è fondamentale ricordarsi di “marcare il territorio” nella nuova casa: ricreare spazi familiari, inserire oggetti che ricordano il passato, scegliere per quanto è possibile colori, materiali, finiture che ci fanno sentire bene e che rispecchiano la nostra personalità.
Nei momenti di transizione questo può aiutare a mantenere una certa continuità con chi siamo e con chi siamo stati, con la nostra storia. Inoltre, è importante avere pazienza. Ci vuole del tempo per abituarsi al nuovo ambiente e alla nuova quotidianità.
Un’abitazione, infatti, ci mette un po’ per diventare casa: devono instaurarsi nuovi equilibri ma quando ciò avviene potrai sentirti libero la sera di tornare in un luogo sicuro, che ti rispecchia e dove sentirti accolto e sereno.
Allora avrai traslocato un pezzetto di te da un luogo all’altro e potresti aver scoperto che non è così importante dove sei ma chi sei.
Dott.ssa Fabiana Faustini
Psicologa e psicoterapeuta
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