Kandinsky
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KANDINSKY – FORMA E COLORE TRA ITALIA E FRANCIA

02/08/2012

Ad Aosta una ricca retrospettiva sugli ultimi vent’anni della produzione del maestro

Il superamento dei canoni estetici tradizionali e la ricerca di nuove prospettive spaziali e figurative. Wassily Kandinsky è stato una figura centrale per la nascita dell’Astrattismo creando un legame particolare fra colore e spiritualità. Il Museo Archeologico di Aosta rende omaggio al pittore russo con una grande mostra dal tema “Wassily Kandinsky e l’Arte Astratta tra Italia e Francia” visitabile fino al 21 ottobre. In esposizione una novantina di opere, delle quali circa quaranta sono dello stesso Kandinsky. Le altre sono riconducibili ad artisti con i quali il pittore ha instaurato un dialogo profondo, come Jean Arp, Florence Henri, Joan Miró e gli italiani Piero Dorazio, Gillo Dorfles, Alessandro Mendini o Ettore Sottsass. L’indagine vuole offrire prospettive inedite della ricerca artistica evidenziando tappe che si riveleranno determinanti per l’arte del secondo dopoguerra. All’interno del percorso è stata anche ricostruita la Sala da Musica dell’Esposizione Internazionale di Architettura a Berlino del 1931 che prevedeva una decorazione murale in ceramica ad opera dello stesso Kandinsky.
Il percorso prende il via dal 1925, quando viene terminata la stesura del manoscritto “Punto, Linea, Superficie” e finisce nel 1944, anno della scomparsa dell’autore. Tra gli obiettivi della mostra quello di mettere in evidenza il periodo parigino, quando l’artista attinge dal mondo della natura coniugando gli elementi geometrici con creature e morfologie di cellule, senza dimenticare i rimandi simbolici alla cultura russa e orientale.
Prezioso inoltre il rapporto tra Kandinsky e l’arte italiana: le sue opere saranno infatti presenti alla Biennale di Venezia del 1950 in una sala ad essa interamente dedicata. Nella mostra di Aosta non mancano i riferimenti al design con l’opera di Alessandro Mendini che omaggia il maestro russo con un ambiente a lui ispirato e comprendente un arazzo, un dipinto, una credenza e il divano Kandissi del 1978.

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di Stefania Vitale

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