zero zero zero saviano agosto 2013
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STORIE A ZERO

08/08/2013

Roberto Saviano esplora l’universo del narcotraffico

ZeroZeroZero – Roberto Saviano – ed. Feltrinelli

La cocaina è un mondo che sta permeando di sé tutto il resto. Un mondo dentro il vero mondo con le sue logiche, le sue regole ferree di onore e potere e i suoi attori a volte addirittura inconsapevoli. È un bene rifugio che non teme l’inflazione, perché esistono Paesi senza ospedali e senza web, ma non senza coca. Droga performativa per eccellenza, la cocaina, prima di uccidere, genera l’abbaglio di una subitanea assenza di limiti e chi la assume si ciba di questa chimera. Guardare attraverso la polvere bianca oramai vuol dire quindi comprendere le dinamiche che muovono politica, economia e cultura. Dopo il grande successo di Gomorra, Roberto Saviano torna a cimentarsi in un’opera a metà strada fra il saggio (di cui ha molto) e il romanzo (di cui ha solo qualche tratto). “ZeroZeroZero” è un tuffo a pieni polmoni in spietate storie di malavita orchestrate da personaggi che mutano la propria avidità di ricchezza in gigantesca aura di potere. Saviano esplora destini seguendo tracce, incrociando reportage giornalistici, intercettazioni e verbali di polizia: è un’indagine che rischia di risucchiare anche chi la fa perché il linguaggio della violenza è declinato a un numero impressionante di persone e luoghi, dalla Colombia, al Messico, dall’ex Unione Sovietica agli Stati Uniti, fino alle vicende di casa nostra. La cocaina è sempre più vicina di quanto si creda e se i burattinai di questo perverso meccanismo sono personaggi più o meno mitizzati, i fruitori restano i famigliari, i colleghi, i vicini, i cosiddetti insospettabili. Ecco perché si comprano politici e funzionari e ci si assicura il riparo delle banche. Saviano tiene desta l’attenzione quando elenca i nomignoli che etichettano la coca: petrolio bianco e carburante dei corpi, essa in codice è anche coniglio, vitamina C, snow, dream, white tornado… Fantasia e creatività votate al male “si sprecano” pure per eludere i controlli, nascondendo la merce addirittura in pannolini, provviste di peperoncino o barattoli di caffè. Molto importante è seguire un protocollo di rigore per garantire la “bontà” di un determinato cartello. I panetti vanno cioè contrassegnati uno per uno e il campionario delle opzioni è impressionante: Homer Simpson, Superman, Hello Kitty, Nike, Lacoste fino ai simboli dei più comuni tatuaggi. Il male che contamina il bene, che deturpa l’innocenza e imbratta la dignità. Come quella dei “muli”, uomini e cani che ingoiano ovuli di coca “per professione”, trasportatori, non sempre coscienti, di uno dei peggiori messaggi del nostro tempo.

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di Stefania Vitale

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