libri bisogno di oi sos dentrocasa
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UN SOS PER I LIBRI

08/09/2013

Lo studioso George Steiner lancia un allarme a difesa della parola scritta. Le trasformazioni della società impongono ancora più attenzione. Contro ogni forma di censura.

I libri hanno bisogno di noi – George Steiner – Garzanti

Come un paradosso, un’inversione di prospettiva. In un’epoca nella quale la lettura è sempre più relegata al margine delle nostre giornate, non siamo noi ad avere bisogno degli insegnamenti impartiti dai libri, ma sono i libri stessi ad avere necessità di una nostra subitanea presa di coscienza circa la loro importanza. I ruoli si sono invertiti, dunque, almeno in apparenza. E se anche continuiamo a posticipare il nostro confronto con romanzi, saggi e manuali, ciò che non si può davvero più derogare è il tentativo di restituire loro dignità e forza. Questo a prescindere dall’ondata di Internet, biblioteca universale a portata di un clic che, pur con diverse modalità, può anzi incrementare le risorse di lettura a nostra disposizione. Lo studioso francese George Steiner non è nemico del progresso, tutt’altro. In questo volumetto offre infatti una disamina lucida e colta della situazione attuale prendendo le mosse dalle nostre radici culturali e religiose fino a proiettarsi sui segnali che ci prospetta il futuro. Leggere e conseguentemente proteggere un libro significa salvarlo dalla censura: da quella vera e propria (come i roghi delle dittature) ma anche dalla censura che inconsapevolmente gli infliggiamo isolandolo su uno scaffale alto e polveroso. Tra l’altro, come sostiene Steiner, un libro autentico non è mai impaziente: possiamo metterci anche anni a deciderci a leggerlo ma le sue pagine sortiranno su di noi il medesimo effetto. Allora perché non accogliere il suo appello e restituire alle tante biblioteche, private o pubbliche, il proprio vecchio ruolo? Forse è il caso di ricordare che la scrittura è subentrata all’antico metodo di trasmissione orale come forma più “autoritaria” e prestigiosa di divulgazione della parola. La scrittura dà cioè un senso di maggiore importanza, anzi in alcuni casi l’ufficialità vera e propria.
Complicato, sempre secondo Steiner, pronosticare il destino dei libri. Stiamo attraversando un periodo transitorio i cui effetti sono ancora di difficile interpretazione. La scrittura, e ancor più i tanti apparecchi digitali, hanno portato al progressivo atrofizzarsi della mente. Perché tenere a memoria quello che può essere comodamente depositato in un supporto portatile di facile consultazione? A questo punto la lettura può davvero diventare, nel tempo, piacere, privilegio o attività di pochi. Come accadeva nel mondo antico. O forse a farla sopravvivere sarà la forza dei personaggi immortali di tante vicende entrate ormai a far parte del nostro quotidiano. Modelli eterni che non temono concorrenza e che tramandano nei secoli la nostra stessa storia.

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