Un saggio arguto e divertente sul rapporto tra letteratura e matematica. Storie e calcoli per raggiungere il medesimo scopo.
Le parole e i numeri – Carlo Alberto Parmeggiani – Mimesis
Parole, numeri, lettere, cifre. Piccoli, assidui, compagni di viaggio che si rimpallano nel cervello fino a provocare… il mal di testa. Letterati e matematici ne sanno qualcosa e, malgrado le differenti, addirittura antitetiche forse, attività quotidiane, conoscono bene cosa vuol dire convivere con questo fastidioso consorte. Se quello della cefalea può essere un semplice luogo comune, letteratura e matematica hanno sorprendentemente molti punti di contatto. Ad individuarli l’autore Carlo Alberto Parmeggiani, che gioca sulle logiche del pensiero, sugli obiettivi razionali, ma anche sulle libere sensazioni. Scrivere e calcolare, in quest’ottica, diventano due diversi modi di raggiungere il medesimo traguardo. C’è chi mette in fila cifre e chi intreccia lettere, ma forse in entrambi i casi il fine ultimo è quello di fugare l’immobilità o, detto in termini matematici, allontanarsi dallo zero.
Come in un calcolo complicato, fra graffe, quadre e tonde, la Alice di Carroll o i personaggi di Kafka cercano di trovare soluzioni ai cosiddetti “buchi neri” della mente: se non si allontanano da certe realtà, infatti, ci muoiono dentro. Per questo circoscrivere pensieri e sensazioni, o dare loro semplicemente un significato rappresenta spesso una rinfrancante via di fuga. Parole e numeri, elaborati ad hoc, servono appunto a dare un senso, seppur flebile, all’ignoto, vanificando almeno parzialmente la paura dello sconosciuto. In letteratura si parlerebbe di irrazionale, in campo scientifico si fa riferimento al concetto di infinito. Raccontare o contare, dunque? Pur con esiti diversi, il terreno d’azione rimane lo stesso e lo scopo è distrarre la mente dall’idea della certezza della fine. In entrambi i casi non si fa altro, dunque, che ridurre all’essenziale una molteplicità caotica di informazioni e aprire nuove vie di conoscenza. E si ragiona sempre per associazione: Newton collega l’immagine di una mela alla gravitazione universale e Proust, nella Recherche, utilizza una madeleine imbevuta nel the per dare il via al lento scorrere dei ricordi. L’approccio è naturalmente disuguale: grammatica e aritmetica hanno le proprie regole, ma sia l’una sia l’altra puntano a dare nomi alle cose, regalando all’uomo un habitat migliore.
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di Stefania Vitale
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