Un libro sulla storia dei libri. Dalle antiche origini alle recentissime evoluzioni tecnologiche.
Breve storia del libro (a modo mio) – Andrea Kerbaker – Ponte alle Grazie
“Breve storia del libro (a modo mio)” e può ben dirlo. Sì perché qui non c’è nulla di accademico o particolarmente tedioso, ma tanta leggerezza e un pizzico d’ironia. Una ricostruzione sui generis, quindi, della storia dell’umanità e del suo rapporto con il testo scritto. Andrea Kerbaker, docente e scrittore, che ha tenuto una lectio magistralis al Salone del Libro di Torino 2014, rivive “a modo suo” un percorso millenario e affascinante. Dalla nascita dell’alfabeto in luogo degli ideogrammi, fino all’invenzione dei tanti supporti che hanno condotto alle diverse fruizioni della parola, dai papiri alle più resistenti pergamene, per arrivare agli attualissimi ebook. E lo fa attraverso rimandi che danno forza alla storia, ai racconti, al sapere, come i reading che nell’antica Roma si facevano davanti ad un pubblico in larga parte distratto (problemi di oggi ma anche di ieri, evidentemente). Un viaggio immaginario come questo si rifà ad aneddoti, divagazioni più o meno plausibili e inopinabili associazioni di idee. Diventa cioè un volo libero, molto fruibile, alla ricerca di storie e di mondi. Si va alla Trinity Library di Dublino per ammirare l’antico Book of Kells, manoscritto miniato dei 4 Vangeli in latino, e si fa poi un salto a Venezia per capire l’opera di Aldo Manuzio, tipografo/editore del ’400 e inventore del frontespizio dei libri. E in questo gioco senza tempo Kerbaker riesce a calare perfettamente anche il lettore attraverso uno stile brillante e ripetuti cambi di ritmo. Soprattutto riesce a tener vivo il desiderio di apprendere, curiosare, leggere appunto, facendo del libro un autentico oggetto di culto (non a caso è proprietario di una vastissima collezione, iniziata sin dall’adolescenza, che vanta anche edizioni rare). Negli ultimi capitoli, Kerbaker si avvicina con qualche scetticismo al presente. Nell’Ottocento il libro è strumento di coscienza critica della crescente classe borghese. Ma il “marketing” si fa strada anche in campo letterario e I Miserbabili di Victor Hugo, ad esempio, vengono presentati in 12 città al mondo contemporaneamente. Arriviamo ai libri allegati ai quotidiani e ai controversi premi letterari, terreno di scontro fra case editrici e spesso deplorevoli vetrine d’invidia. L’importante oggi è non farsi divorare da quella che Kerbaker chiama “iperproduttività” che non ci fa distinguere il libro buono dall’ultima trovata del mercato.
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di Stefania Vitale
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