A Palazzo Ducale di Venezia una mostra che ripercorre l’iter artistico del pittore francese.
nell’immagine: Henri Rousseau “Io ritratto-paesaggio”
Paesaggi incantati fra la quiete della campagna e quella delle periferie cittadine, ma anche ritratti, per lo più di amici o di familiari, sospesi tra l’onirico e il poetico. Henri Rousseau, morto a Parigi nel 1910, è artista non facilmente catalogabile in uno specifico movimento.
Non amatissimo dalla critica, ha invece sempre riscontrato particolare favore nel mondo dell’arte divenendo, già in vita, un punto di riferimento di notevole prestigio. A Palazzo Ducale di Venezia, e in particolare all’interno dell’Appartamento del Doge, una mostra, frutto di tre anni di studio e dal tema “Il candore arcaico”, ne celebra la carriera pittorica attraverso l’esposizione di oltre cento opere (delle quali sessanta dello stesso Rousseau e le restanti selezionate accuratamente per un confronto diretto). Il tutto grazie alla collaborazione scientifica e al prestito eccezionale dei Musées d’Orsay e de l’Orangerie di Parigi e con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.
Henri Rousseau, gabelliere dell’ufficio comunale del dazio di Parigi, e per questo soprannominato il Doganiere, lavora molto come autodidatta e raggiunge la notorietà con l’ironico Autoritratto-Paesaggio (in mostra a Venezia). Il fatto di non aver seguito un iter accademico convenzionale non lo priva dell’ammirazione dei contemporanei, dagli intellettuali Apollinaire e Jarry, ai collezionisti Uhde e Guillame, fino agli artisti Cézanne, Gauguin, Redon, Seurat, Morandi e Kahlo ma Kandinskij e Picasso. Nel percorso della mostra veneziana si può rivivere anche l’atmosfera del celebre banchetto che Pablo Picasso organizzò per Rousseau nel 1908 in occasione dell’acquisto del dipinto Ritratto di donna.
Fino al 5 luglio 2015 – mostrarousseau.it
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di Stefania Vitale
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