miro colori sogno dentrocasa luglio 2017
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MIRÒ, I COLORI DEL SOGNO

01/07/2017

Palazzo Albergati di Bologna ricostruisce l’identità creativa del genio catalano.

Il colore che danza col sogno. L’attaccamento alle proprie radici che si mixa a dovere col continuo desiderio di sperimentazione. L’artefice è ormai un’icona della storia dell’arte: Joan Mirò. L’artista catalano, morto nel 1983, ha attraversato idealmente tutte le correnti del ventesimo secolo, dal Dadaismo, al Surrealismo, fino all’Espressionismo, rimanendo però ancorato ad una precisa e personale identità espressiva. Palazzo Albergati di Bologna ospita fino al primo settembre una ricca retrospettiva dedicata proprio alla figura del pittore spagnolo e, attraverso un percorso cronologico e tematico al tempo stesso, si concentra specialmente sulla produzione degli ultimi trent’anni. Mirò, affascinato dalle suggestioni di Maiorca, isola nella quale visse dal 1956, ritrasse soggetti ed emozioni legati al luogo, tra arte popolare e magnifici giochi di luce: donne, paesaggi, animali. Dipinse anche con i pugni, cimentandosi nella pittura materica, e realizzò poi sculture, collage e dipinti-oggetto traendo ispirazione dalle sue collezioni. Un percorso articolato e affascinante che testimonia la concezione dell’arte di Mirò, al con tempo monologo interiore e dialogo col pubblico. La mostra di Bologna è divisa in 5 sezioni e propone opere provenienti dalla Fondazione Pilar & Joan Miró. Nella prima, dal tema “Radici”, viene espresso il profondo legame tra Mirò e Maiorca e la sua ammirazione per l’arte rupestre e i dipinti preistorici. La seconda sezione riguarda le “Principali influenze artistiche di Mirò” e quindi la poesia, concepita come impulso emotivo, ma anche l’estetica e le filosofie orientali. “Maiorca. Gli ambienti in cui creava” è l’oggetto della terza parte che ripercorre le tappe della sua permanenza sull’isola rivivendo i luoghi nei quali ha prodotto, dal laboratorio Sert, realizzato per lui dal famoso architetto Josep Lluís Sert, e Son Bote, grande casa di campagna nella quale si spostò in seguito. Infine la quarta sezione incentrata su “La metamorfosi plastica 1956-1981”, dove si dà spazio alle opere in ceramica, ma anche alle incisioni e alle litografie, e la quinta, chiamata “vocabolario di forme” nella quale si assiste ad una evidente semplificazione dei tratti e ad un ritorno a colori più austeri.

Fino all’1 settembre 2017
palazzoalbergati.com

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di Stefania Vitale

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