“URLAMI”, RISCOPRIRSI AUTENTICI

05/08/2019

Il libro di esordio di Laura Fortugno: incroci di destini per ritrovare se stessi.

 

Urlami è un grido di allarme. Il desiderio, la necessità, l’impellenza di sentirsi considerati, desiderati, amati.

È un’energia che si spinge all’esterno, ma che ha origine chiaramente dall’interno e sempre nell’interiorità trova nuova linfa, matura, si trasforma. Urlami: così si intitola il fortunato romanzo di esordio di Laura Fortugno, autrice originaria di Lodi, che in queste pagine riversa appassionatamente spaccati di vita vissuta conditi dall’obiettivo di mettersi alle spalle un passato difficile.

Ma fare i conti con se stessi, nell’ostinata missione di capire e addirittura scardinare una situazione traumatica, diventa il pretesto per una ricostruzione personale “totale”, a stretto contatto con un mondo che impartisce costantemente lezioni e non fa alcun genere di sconto.

Prosieguo, o forse sarebbe meglio dire sviluppo, del racconto Guardami (che ha vinto il premio letterario “Racconti nella rete”) la storia si concentra in un week end prenatalizio della Milano primi anni Duemila e riunisce le vicende di un gruppetto di persone che, a sorpresa, si troveranno in qualche modo collegate, connesse, coinvolte. Al centro del libro c’è un lui, traditore incallito, metodico nel suo agire, preciso nel suo non dire, ancor più che nel suo mentire. Ma c’è soprattutto una lei che, tra passione e delusione, si scontra con una verità funesta e inaccettabile, e che impara, con arte, a fare i conti con il proprio dolore. Ma ci sono anche pochi altri, portatori ognuno, anche nella diversità di età, di un bagaglio ingombrante e al contempo rivelatore.

Amore rimane la parola d’ordine, ciò che se prima ha inevitabilmente condotto allo struggimento, ora diviene leva per dare nuovamente senso alla realtà, rinvenendo anzi impreviste occasioni di riscatto. Sì perché l’amore conosce un simultaneo cambio di prospettiva virando verso se stessi, i propri limiti, le proprie fragilità, ma pure le proprie enormi potenzialità rimaste fin qui sopite.

Urlami è una storia fatta di attimi, in una trama che si scopre avvincente, ma che si compone anche di diversi momenti di indugio, svelati attraverso molte descrizioni dettagliate che dalle movenze del corpo si spingono fino alle vibrazioni interiori dei singoli personaggi. La scrittrice vive l’emozione calandosi nella alterna prospettiva della vittima e del carnefice, del complice e della comparsa.

Non esistono limiti al fluire di un racconto che sembra quasi sgorgare tutto d’un fiato da una mente allenata al confronto, al cambiamento, alla completa metamorfosi. Tradimenti e ambiguità vanno a mescolarsi come tappe di un percorso di cui, inizialmente, non si intravedono che piccoli spiragli, in un bilico inconsapevole di suggestioni e paure.

Perché la vita non regala anticipazioni né istruzioni per l’uso, ma, almeno a volte, ci dota degli strumenti per reindirizzare, in meglio, il proprio io, in una rinnovata sintonia col proprio corpo e la propria mente. Come quando ci si abbandona a elencare all’infinito le cose belle della vita. O quando ci si congeda in via definitiva da un uomo, da una città, da un intero passato…

 

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di Stefania Vitale

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