CAVALLI PENSANTI E NATURA DANZANTE

A confronto con l’opera dell’artista Michele Fiocco

nell’immagine: Cavallo cromatico pensante, opera digitale su alluminio, tecnica mista 100×100 cm • Sagome di architetture per cavalli pensanti, opera su tela tecnica mista 150×150 cm.

 

Michele Fiocco è nato a San Bonifacio nel 1964 e si è diplomato all’Istituto d’Arte N. Nani a Verona, città nella quale attualmente ha anche il suo studio.

Le sue opere sono presenti in varie collezioni private in Italia e all’estero. L’artista è venuto a trovarmi dopo un breve preavviso. Non ci conoscevamo di persona, ma avevo già visto i suoi lavori pubblicati su diverse riviste specializzate.

Quando ha sballato le tele e ho potuto “toccare con mano” le sue opere, mi è sembrato molto facile entrare subito in sintonia. Se è vero che il linguaggio dell’arte è universale, è altrettanto vero che bisogna avere sempre una via preferenziale per potersi incontrare.

È molto semplice innamorarsi dei tuoi dipinti, dove colore e forma creano una superficie a dir poco “musicale” e lanciano un messaggio coinvolgente, diretto, al quale non si può resistere. Basta lasciarsi andare alle emozioni…

“Mi piace pensare che di fronte alle mie opere si abbia l’opportunità di specchiarsi e vedere qualcosa di sé, riconoscendosi nei simboli che rappresento (cavalli, cuori, alberi, fiori, stralci di storia vissuta presa dai quotidiani e altro ancora) e nei messaggi che voglio evocare.

È importante che il proprietario o il fruitore si riconosca e diventi parte dell’opera a livello spirituale e sentimentale, anche fisico se vogliamo. I miei cavalli “pensanti” stimolano la riflessione portando verso mondi intimi, fatti di ricordi o desideri inespressi, fantasie infantili di voli pindarici che vanno oltre la realtà vissuta”.

Composizione di cavalli pensanti su ripiani in movimento, opera su tela tecnica mista 100×120 cm.

I tuoi lavori a livello tecnico/rappresentativo potrebbero sfociare nella pittura informale e mi chiedo come mai ti fermi sul confine senza valicarlo…

“La base preparativa della tela è di per sé pittura informale: è una mia necessità quella di costruire un’opera che mandi messaggi. I simboli che utilizzo dialogano con chi acquista l’opera o la vede per la prima volta e questo gratifica il mio sforzo e mi completa come artista. Ho bisogno di tutto ciò per alzarmi la mattina e riprendere il discorso interrotto. Non potrei fare altrimenti”.

Da poco lavori con l’argilla trasformando i tuoi soggetti preferiti a livello tridimensionale…

“Da qualche tempo sto cercando di stabilire un contatto con quello che esprimo sulla tela attraverso altre tecniche per dare nuove possibilità a ciò che rappresenta il mio mondo artistico. L’argilla è una di queste esperienze: ho cercato di capirne le motivazioni ma la cosa migliore è stata l’impatto con la materia.

Lo studio di Michele Fiocco.

Da quel momento tutte le forme che pensavo “statiche” ad un tratto si sono messe in movimento e ho trovato nuove dimensioni che con la pittura non sempre riuscivo a trovare. Lavoro tutto a mano dopo la cottura, dipingo con tecniche miste, improvviso e creo un mondo nuovo che avevo solo immaginato e che diventa realtà sotto i miei occhi affascinati dal mistero, diventando così pezzi unici. Perché ogni volta è un nuovo viaggio…”.

 

 

 

 

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di Gianbattista Bonazzoli
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