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STEFANO GIOVANNONI E IL CAMBIO DI ROTTA

09/10/2018

Nell’immagine: Stefano Giovannoni con le Rabbit Chair Gold (2016) • Cestini Omini, Ghidini1961 (2016) • scooter elettrico, Jadea (2016).

Stefano Giovannoni: i progetti futuri del prestigioso architetto e designer. La nascita di Qeeboo.

Una cosa dalla vita l’ho imparata, si può scegliere di cambiare direzione… E lo sa molto bene l’architetto dal quale sono tornata con grande piacere, dopo qualche anno. Arrivo in una calda giornata di fine estate, prendo le scale e ripasso nella mente le domande scartandone alcune che considero improvvisamente inappropriate… Alzo lo sguardo e mi trovo di fronte la statua di Jeeg Robot, o forse era Goldrake, quasi ad altezza naturale… Resetto…

Entro goffamente nello studio spingendo con forza la porta che sbatte, tutti si voltano, forse arrossisco, certo è che vengo sopraffatta da un calore improvviso. Mi viene incontro l’Architetto in persona, Stefano Giovannoni, laurea alla facoltà di Firenze nel 1978, insegnante alla Domus Academy, all’Università del Progetto di Reggio Emilia e alla facoltà di Architettura di Genova. Si presenta e fingo che sia la prima volta (del resto chissà quanta gente si è trovato di fronte in 6 anni).

E invece mi dice: “Ci conosciamo?”

Bella soddisfazione! Ci accomodiamo attorno ad un tavolo posto proprio davanti alla nicchia con alcune sue creazioni, mi offre un caffè, chiedo dell’acqua e iniziamo a parlare.

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• Architetto cos’è importante per essere un buon designer?

“Credo sia fondamentale capire cosa vuole il pubblico, come si evolve il mercato, come cambiano gli stili di vita, le abitudini, le innovazioni tecnologiche… non si è un buon Designer se non si considera prima tutti questi aspetti”.

Architetto, vorrei parlare di cambiamenti… Se non sbaglio ha preso una direzione completamente diversa negli ultimi anni…

“L’idea era sul “tappeto” da un po’. Ero stanco di lavorare con aziende con cui collaboravo da anni perché, anche se i rapporti erano buoni, ci sono tanti aspetti che da un punto di vista strategico un designer percepisce mentre l’azienda no. Si va a velocità diverse. Inizialmente ho cercato di muovermi all’interno di quelle aziende, soprattutto con Alessi, che è stato il mio più grande cliente, visto che per loro ho disegnato più di 600 oggetti, e poi anche con Magis… Alla fine mi sono reso conto che creare una nuova azienda fosse la scelta migliore. Così è nata Qeeboo”.

• Quindi ora si sente più Designer o imprenditore?

“Entrambe le cose in realtà! Il bello del nostro mestiere, e deve essere così, è che si tratta di un lavoro a 360 gradi. Non si è solo Designer, le competenze partono dall’impegno artistico e arrivano fino all’attività manageriale”.

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• Per lavoro a 360 gradi intende anche la possibilità di portare la sua creatività in settori diversi da quello del Design?

“Assolutamente sì. Sono anni che immagino un percorso nel Fashion perché credo che i Designers possano dire la loro anche in quel campo. Diversi colleghi hanno fatto brevi incursioni ma nessuno ha creato una vera collezione e per collezione intendo chiaramente prodotti più facili da interpretare, come T-shirt, felpe, jeans… Nessun brand è riuscito a coadiuvare moda e design e, considerando che a livello di distribuzione i negozi si avvicinano sempre di più a dei concept store, potrebbe essere un’ottima strategia commerciale”.

• Quindi vorrebbe entrare nel mondo della moda… Ha un progetto? Da quanto ci sta pensando?

“Da tempo… avevo iniziato a pensare a questo brand con un grosso industriale della moda e si era interessata della cosa anche Alessi. Ma proprio quando mi sentivo di lanciare un prodotto figurativo e narrativo che poteva sposarsi con un discorso di moda ed accessori è sopraggiunta la crisi. Era il 2008. Le aziende hanno fatto un passo indietro, del resto si entrava in un tunnel dal quale non si sapeva come si sarebbe usciti… In realtà erano anni in cui si sarebbe dovuto rischiare di più ed investire proponendo qualcosa di diverso: molte aziende hanno risentito della crisi proprio perché non si sono reinventate”.

• Però lei è rimasto nel settore Design. Ha abbandonato l’idea?

“Assolutamente no, è qualcosa che vorrei senz’altro realizzare ma in attesa volevo comunque creare qualcosa di mio e nel 2016 è nato appunto il nuovo brand Qeeboo. Ho coinvolto una serie di designers che avevano in comune con me un approccio narrativo e figurativo perché secondo me oggi il pubblico chiede prodotti con forte personalità, cose straordinarie. Ho iniziato questo discorso alla fine degli anni ’80/primi anni ’90 uscendo dagli schemi della banalità. Non funzionano più i prodotti moderati, quelli disegnati per andar bene ai più. Il mercato è saturo: il pubblico vuole oggetti nuovi”.

• Però è cambiata anche la forma di espressione delle aziende…

“Sì, è cambiato per il pubblico attento. Tante aziende vivono sul loro business tradizionale ma il pubblico più interessante per me è chi cerca qualcosa di particolare per la propria casa”.

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• Guardando i suoi prodotti spesso ci si sente in un mondo fantastico… Quanto conta per lei il gioco?

“Il prodotto figurativo è un prodotto giocoso perché diverso, esce dai sistemi ed il fatto che sia ciò che il pubblico vuole lo dimostra la Rabbit Chair… Nella mia carriera ho disegnato molti prodotti ma nessuno è diventato un best seller in così poco tempo come è successo con questo coniglio…”.

Ride… La conversazione prosegue e l’Architetto mi mostra con orgoglio i prodotti della nuova azienda chiacchierando del più e del meno. Stefano Giovannoni è lo spirito libero del Design italiano. E, come affermava Charlie Chaplin,

”Bisogna sempre avere il coraggio delle proprie idee e non temere le conseguenze perché l’uomo è libero solo quando può esprimere il proprio pensiero senza piegarsi ai condizionamenti”.

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Cristina Giorgi

Spazio metodo - cristina.giorgi@dentrocasa.it

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