L’autorevole punto di vista del fondatore di Design Gallery Milano. Il design come strumento di confronto e di cultura
Una voce super partes, un parere obiettivo, neutrale, che racconti l’emozione sottesa ad un pezzo di design ma senza arrivare a snaturarne la funzione originaria. Alla vigilia della Milano Design Week, quale punto di vista più autorevole di quello di Mario Godani? Ci siamo rivolti ad un esperto della materia, qualcuno che alla passione innata ha saputo unire tanta professionalità e dedizione, ritagliandosi un posto d’onore nell’universo della progettazione.

Tra i soci fondatori e produttore esecutivo di Memphis, che ridefinì il ruolo del design contemporaneo, Mario Godani ha poi creato, negli anni ’80, insieme alla moglie Brunella, la Design Gallery Milano, spazio che si è imposto nel tempo per lo spirito visionario, ma anche la ricerca e la sperimentazione di oggetti d’arredo di grande suggestione. Un approccio pionieristico, in poche parole, di un’interpretazione “emozionale” del design stesso.



Cosa “rimpiange” di qualche decennio fa? “Era tutto più facile, naturale. La gente era più positiva e si dava più spazio alla creatività. L’idea era quella che, occupandosi di design, si potesse comunicare qualcosa che andasse anche oltre il mobile. Si puntava molto, ad esempio, sulle collezioni e non sul singolo pezzo.”
Che idea si è fatto invece del design contemporaneo? “Innanzitutto si nota un avanzamento incredibile della tecnologia. Se poi guardi il risultato finale, però, c’è un appiattimento totale della creatività.”

Cos’è per lei il design? “In pochissime parole è uno strumento per raccontarsi e far discutere, confrontarsi, pensare… È un linguaggio per svelare in maniera alternativa quello che succede nella tua epoca. Un mezzo di comunicazione culturale, quindi.”


Come nasce il suo coinvolgimento nel settore? “In realtà ho iniziato occupandomi di produzioni teatrali e in questo campo ho imparato l’importanza della disciplina. Il successivo incontro con Ettore Sottsass è stato determinante: da qui la nascita del movimento Memphis. Design Gallery Milano, invece, è nata in seguito con l’idea di ospitare designer che progettavano in piena libertà, senza attenersi ad alcun vincolo, se non quello di rappresentare semplicemente se stessi.”
Un irrefrenabile slancio creativo grazie al quale il design si specchiava nel proprio tempo…
L’intervista continua su DENTROCASA in edicola e online.
Project Director RITA BAIGUERA
Graphic Designer CRISTINA ZANACCHI

Stefania Vitale
Caporedattrice
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