Un granaio del XVIII° secolo diventa un personale loft concepito in simbiosi con la terra in cui nasce, con le sue tradizioni e la sua architettura.
Quello che oggi possiamo ammirare e che ci stupisce per il personale fascino che riesce a trasmettere, un tempo era un granaio, poi magazzino di una ditta di stucchi e assi: un’unica grande stanza con enormi capriate lignee prive di colonne intermedie a sfidare l’equilibrio del tempo.
Questo spazio, è nato dalla personale collaborazione tra l’architetto Massimo Castagna e i padroni di casa, l’arch. Isabella Genovese e il marito Paolo Tormena, CEO di Henge.
La trasformazione ha valorizzato l’aspetto conservativo dell’immobile e le caratteristiche che creano un habitat insolito ed eccezionale tutelando anche la sua personale bellezza.
L’area destinata alla camera e al bagno si inserisce nel grande volume, creando un blocco con un proprio rivestimento, posizionato in modo da mantenere le capriate a vista.
Per il resto dello spazio sono stati preservati i volumi originari e recuperate le testimonianze materiali dell’edificio, come le parti in pietra e cemento, insieme ai tagli delle finestre.
Il risultato è un’opera personale composta da pochi segni per definire l’architettura e un’indagine dettagliata su arredi e finiture innovative progettate appositamente per quello spazio, ripensando le sue funzioni, superando ogni standard e cercando una nuova poesia formale e materica che lega la modernità con il carattere di un luogo che trasuda storia ed esperienze secolari.
L’architettura tradizionale povera italiana è caratterizzata da una personalità molto forte, da volumi elementari disegnati con pragmatismo e funzionalità.
Particolare attenzione è stata dedicata alla protezione dal freddo o dal caldo e dall’utilizzo di materiali poveri e naturali per le strutture di copertura, come pietra, cemento e legno.
Questa abitazione non è solo una casa ma anche uno showroom, che con la sua essenza personale racconta la vita che scorre tra chi lo abita e i suoi pezzi, non arredi in uno spazio domestico ma compagni di un viaggio quotidiano che guida le emozioni.
È uno spazio che fa dei contrasti la sua cifra stilistica: antichi soffitti inclinati incontrano le forme pentagonali del Light Ring Horizontal Polygonal per creare un gioco di luci.
Le finestre ad arco mantengono gli autentici mattoni dell’edificio, tipici di una tradizione conservata e molto rispettata.
E così conclude l’arch. Castagna: “Nel progetto vive una serie di accentuati contrasti geometrici che trovano eco e paradigma per il design contemporaneo: un rapporto di incontro tra antico e nuovo, tra architettura e prodotto, dove nessuna parte prevale sull’altra e dà valore e spessore in un equilibrio profondo e armonico.
È stato emozionante reinterpretare le tradizioni di un luogo e renderle accattivanti per il mondo moderno”.
Progetto Arch. Massimo Castagna e Arch. Isabella Genovese – Ph. Michele Biancucci
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