Quando la tua casa diventa il luogo dove lavorare
Mai come nel particolare momento storico che stiamo attraversando, la nostra casa è stata il contenitore di gran parte della nostra vita domestica, familiare, lavorativa e creativa.
Molte aziende hanno deciso di fare ricorso alla modalità di lavoro agile (smartworking) per permettere ai propri dipendenti di poter lavorare da casa e in sicurezza.
In Italia è stato introdotto nel 2017 per offrire maggiore flessibilità ai lavoratori che così hanno la possibilità di operare in un luogo diverso dalla sede aziendale, molto spesso la propria casa.
E se da un lato questo rappresenta una grande possibilità (forse non proprio una scelta in questo momento) dall’altro può essere causa di stress e malessere psicologico:
il fatto di trovarsi chiusi in casa per molte ore al giorno senza riuscire ad organizzare gli spazi in modo adeguato e confortevole può esserne un esempio.
In casa si possono allestire postazioni di lavoro efficienti, ma è fondamentale che l’abitazione mantenga le sue caratteristiche e rimanga il luogo dove svagarsi e staccare la spina.
La chiave per riuscire nel lavorare da casa, dunque, è la flessibilità, ossia la capacità di riadattare gli spazi e gli oggetti della nostra casa per questa nuova destinazione d’uso.
Si può fare ricorso a mobili multifunzionali o portatili, sedute più ergonomiche, soluzioni per ridurre il rumore, lampade e tutti gli ausili che possano mantenere un ordine visivo e mentale.
Bastano pochi accessori per integrare perfettamente l’ufficio nel resto dell’arredamento rispettandone lo stile, ma preservando comodità e forma.
Un tavolo può diventare un piano di lavoro e la stanza “vuota” può trasformarsi nella sala riunioni virtuale e il terrazzo, nella bella stagione, può sostituire efficacemente un grigio ufficio.
Il segreto per mantenere un alto grado di benessere psicologico è riuscire a separare gli oggetti e gli spazi dedicati al lavoro da quelli della vita domestica.
La nostra casa deve rimanere il luogo in cui ci rilassiamo, ci divertiamo ma anche un posto in cui poter chiudere il mondo fuori.
Per questo è importante ritagliarsi una nicchia dedicata allo smartworking, che non invada completamente l’ambiente domestico.
Deve essere uno spazio circoscritto destinato al lavoro, da cui ci si può allontanare per rigenerarsi e ricaricarsi.
La nostra mente ha bisogno di staccare, e per farlo la possiamo aiutare spostandoci fisicamente da un luogo all’altro della casa.
Per gli habitué o per chi scopre questa modalità, ricordiamoci che l’attività lavorativa e il benessere psicologico possono crescere anche grazie all’influenza dell’ambiente nel quale siamo inseriti.
Quale miglior occasione per crearne uno davvero funzionale?
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Dott. Fabiana Faustini – psicologa
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