Al Castello di Novara, una mostra sulle trasformazioni che hanno interessato la città nell’Ottocento.
Una Milano amabile e viva, dinamica e stimolante, ma soprattutto una Milano dall’eleganza proverbiale. Una città che attraversa la storia e se ne fa conquistare per dare vita a creazioni sempre al passo coi tempi. Come un palcoscenico d’eccezione sul quale si avvicendano fieri i protagonisti di passato e presente, aprendo le porte a quelle che saranno le tendenze del futuro.
È quanto si delinea nella mostra dal tema “Milano. Da Romantica a Scapigliata”, allestita al Castello Visconteo Sforzesco di Novara e visitabile fino al prossimo 12 marzo.
In esposizione una settantina di opere realizzate dai maggiori esponenti della cultura ottocentesca, a testimonianza di un periodo piuttosto turbolento per la città, dalla caduta del Regno d’Italia alla costituzione del Regno Lombardo – Veneto, dalla dominazione austriaca fino alle guerre d’indipendenza e la successiva liberazione.

Il clima di generale fermento è palpabile nella grande voglia di rinnovare anche l’architettura della città: i decenni post-unitari vedono infatti sorgere alcune strutture divenute poi simbolo della città che conosciamo oggi, dalla Stazione Centrale, inaugurata nel 1864 dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II, alla realizzazione della Galleria Vittorio Emanuele (1865).
E, neanche a dirlo, lo stesso dinamismo e la stessa vivacità si respirano anche in campo artistico con la ricezione di generi provenienti da fuori e l’esplosione di nuovi movimenti. La mostra di Novara, curata da Elisabetta Chiodini, ne è appunto una dimostrazione.

Otto le sezioni tematiche nelle quali è articolata a ripercorrere l’evoluzione della pittura lombarda: partendo dal Romanticismo si arriva al fenomeno culturale della Scapigliatura che, nato a Milano negli anni sessanta dell’Ottocento, ha coinvolto letterati, artisti e musicisti.
Dopo “Prologo. La nuova sensibilità romantica: opere letterarie”, si approda alle sezioni “Pittura urbana nella Milano romantica” e “I protagonisti” nelle quali la città è presentata come splendido scenario dei grandi cambiamenti in atto, vedi le vedute prospettiche di Giovanni Migliara, ma anche le opere di Giuseppe Canella e Angelo Inganni.

“Milano, da austriaca a liberata” è il tema della terza sezione incentrata sulle Cinque giornate di Milano e quindi sugli episodi della liberazione dalla dominazione austriaca. Si prosegue con “La storia narrata dalla parte del popolo”, con focus sugli umili interni della gente comune e sulle scene della vita di tutti i giorni, quindi “Verso il rinnovamento del linguaggio: dal disegno al colore” e “Il sistema di Filippo Carcano. La pittura scombiccherata e impiastricciata”.
L’ultima parte della mostra presenta le due sezioni “Verso la Scapigliatura” e “L’affermazione e il trionfo del linguaggio scapigliato” con opere significative di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni.

Il risultato è uno spaccato suggestivo e curioso della Milano dell’Ottocento, crocevia di viaggiatori stranieri e grandi personalità, ma anche teatro dell’affermarsi sempre più netto del divario fra diversi ceti sociali. Una città operosa ed energica, attenta al fiorire di nuove forme di espressione e per certi versi antesignana di movimenti all’avanguardia.
Terreno fertile, dunque, per il divampare di figure ribelli e anticonformiste, nella vita quotidiana come nell’arte.
Fino al 12 marzo 2023

Stefania Vitale
Caporedattrice
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