Ginnica-del-segno-Giuliano-Guatta
Giuliano Guatta, San Giorgio e il Drago, olio su tavola,50x150, 2020

LA GINNICA DEL SEGNO  

15/11/2022

A confronto con le opere dell’artista Giuliano Guatta: dall’osservazione del gesto e del segno alle storie di corpi che interagiscono con lo spazio.  

Era tanto tempo che non vedevo Giuliano Guatta. Lo incontro casualmente e improvviso subito una sorta di intervista, pensando di pubblicarla poi su DENTROCASA.

Prendo appunti sbrigativi e ci salutiamo come sempre con un “Ti invito presto per una performance in Galleria Co.art.CO – Collezione d’arte contemporanea di Bagnolo Mella.

Giuliano Guatta è nato a San Felice del Benaco (Bs) e da alcuni anni vive a Birbesi di Guidizzolo (Mn). Diplomato in pittura all’Accademia di Brera di Milano, all’inizio degli anni ’90, dopo gli studi, ha iniziato l’attività espositiva dedicandosi poi anche all’insegnamento. Attualmente insegna Anatomia artistica presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia a Brescia.

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La bella icantatrice dei capelli suoi, cm 35x25, olio su tavola, 2022

• Hai sempre interagito con il corpo, il segno: ce ne vuoi parlare?

“Nel 2008 ho iniziato un percorso caratterizzato dalla relazione tra corpo e segno, che ho denominato “Ginnica del Segno”. Nasce infatti dall’attenzione a ciò che prelude alla produzione del segno: osservare lo sviluppo del gesto, partendo da una condizione di immobilità, fino al contatto dello strumento segnante su una superficie.

L’analisi e la strutturazione in forma di disciplina di questo processo, che coinvolge il corpo, la mente e lo spirito, si concretizza in una serie di esercizi in cui l’attenzione alla coordinazione dei movimenti, al ritmo e al suono, caratterizzano questa pratica, che si attua attraverso lezioni e performance.

Parallelamente a questa esperienza, continuo a confrontarmi con una pratica legata alla tradizione, dove il lavoro di Ginnica del Segno si inserisce mimetizzandosi dietro metafore visive e simboliche. Amo spostarmi continuamente, dall’effimero del gessetto sulla lavagna, alla resistenza al tempo dell’olio su tavola, dal segno della grafite e della biro su carta, a quello dei marcatori indelebili su muri e assi di legno.

Dipingo storie di antichi santi perché sono un pittore antico, religioso, in quanto mi piace legare le cose tra loro. Colpisco mille volte un punto con la punta della matita e conto piccoli segni che da un centro si propagano sino a raggiungere i bordi del foglio.

Racconto storie di corpi che interagiscono tra loro e con l’ambiente in cui si trovano calati senza alcuna apparente ragione”.

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Epifanica delle reazioni, cm 29x25, olio su tavola, 2022

• Ho visto i tuoi ritratti e sono rimasto sbalordito. È un altro dei tuoi interessi? 

“Più volte ho affrontato questa dimensione. Recentemente ho realizzato una serie di ritratti dedicati a filosofi contemporanei esposti alla Galleria D406, in occasione della scorsa edizione del Festival Filosofia di Modena.

Ho inoltre realizzato autoritratti assumendo sembianze d’altri: Hemingway, Canetti, David Carradine/Kill Bill, Heidegger, Foucault, Johnny Deep/Dead Man, John Lennon e Yoko Ono (io come John e mia moglie come Yoko).

Grazie a mia moglie Daniela Perani, eccellente illustratrice e divulgatrice del libro illustrato, ho conosciuto il mondo dell’illustrazione, che è stato per me fonte di ispirazione.

Amo quando le cose diventano altro da ciò che sono, da come appaiono. Esigo che ci sia almeno un principio di trasformazione, di metamorfosi, all’interno di una creazione artistica. Ambisco ad un’opera nella quale il tempo, il passato, il presente e il futuro, convivano, confluendo in un’unica immagine”. 

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Genius del vento, cm 50x35, olio su tela, 2022
Picture of Gianbattista Bonazzoli

Gianbattista Bonazzoli

bonazzoli99@gmail.com - cell. 328 3465

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