Architetture per un mondo trasformato. L’età dell’adattamento chiede un approccio trasversale
Come promesso ai nostri lettori, torniamo a parlare della Biennale di Architettura di Venezia, riprendendo il filo di un discorso iniziato a marzo con la nostra anteprima sul ruolo cruciale dell’architettura nella risposta alla crisi climatica.
Per decenni, progettare ha significato mitigare: ridurre l’impatto ambientale delle nostre costruzioni. Ma oggi non basta più. È tempo che l’architettura compia un passo ulteriore, abbracciando l’adattamento: un nuovo modo di concepire gli spazi, pensato per un mondo già profondamente trasformato.

L’età dell’adattamento chiede un approccio trasversale, che dialoghi con più generazioni e più discipline, dalle scienze alle arti, in una visione ampia e integrata del futuro.
La Biennale di quest’anno si distingue per un approccio inclusivo, riunendo generazioni e profili diversi: dai grandi maestri dell’architettura ai giovani emergenti, dai vincitori del Pritzker ed ex curatori della Biennale a neolaureati e ricercatori. Un dialogo aperto tra esperienze, culture e visioni.




Forse la Mostra 2025 non potrà dirsi pienamente sostenibile, ma si propone comunque di dare il buon esempio: la maggior parte dei pannelli espositivi è realizzata in legno riciclato, che al termine della Biennale sarà triturato e trasformato in nuovi materiali.
Parallelamente, il Manifesto di Economia Circolare della Biennale, con Arup e la Ellen MacArthur Foundation, promuove il riuso e la riduzione degli scarti, supportato da un manuale di ricerca italo-cinese coordinato da IUAV e partner internazionali.

Con il Padiglione Centrale in fase di ristrutturazione per tutto il 2025, Venezia non ospiterà solo la Biennale Architettura, ma diventerà un laboratorio vivente. La città stessa – una delle più esposte e vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici – diventa sfondo per un nuovo tipo di Mostra, in cui installazioni, prototipi ed esperimenti sono sparsi tra i Giardini, l’Arsenale e altri quartieri.
La Biennale Architettura 2025 vuole essere più di una Mostra: è un esperimento di unione di voci e forme di intelligenza diverse. Alcune risuoneranno più forti di altre, mentre altre potrebbero scontrarsi e produrre toni discordanti.
di Barbara Vistarini
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