Il costante dialogo con la pittura, le nuove letture e le nuove “scoperte”.
Mauro Fornari nasce nel 1949 a Piacenza, città dove vive e lavora anche attualmente. Abbiamo scambiato due parole per entrare più a fondo nella sua arte.
•Caro Mauro, è tanto che non ci vediamo e sono curioso di confrontarmi con te, infilarmi nei tuoi ragionamenti profondi, a volte entusiasti, a volte critici. Con te trovo sempre spunti interessanti per parlare di pittura e di arte in generale. Mi piacerebbe sapere come sei stato condizionato dal recente periodo di isolamento forzato e com’è il tuo attuale stato d’animo tra le mura del tuo nuovo studio.
“Chiedermi di parlare di pittura per me è un invito a nozze. Passato un po’ di tempo però la cosa si è fatta imbarazzante. La tentazione di aprire la pagina di un diario pieno di lagnose considerazioni del tipo “tutto è cambiato, non è più come una volta, il mercato tirava, era tutto un’altra cosa, ecc…” non mi sfiora minimamente. La pittura che amo e che ho sempre inseguito mi ha portato ad essere più tranquillo e sereno proprio nella lettura e ricerca della pittura stessa. Perché pittura è sempre apprendimento, è scoperta e comprensione di cose che mai avresti accettato, sia stilisticamente che concettualmente.
Pensi, poi t’illumini o ti accartocci, per poi ritrovarti sereno a trattare una velatura che “generosamente” aggiusta l’ultima tavoletta dipinta il giorno prima. Ho trattato con coraggio e presunzione le varie formule che mano a mano si presentavano e di alcune sento ancora l’influenza e la magica attrazione.
La pittura però fa sempre comunque la parte del leone ed accantona con forza intellettualismi non sempre onesti e in linea con il nostro essere. Il mio nuovo studio è più luminoso e non so ancora se questo inciderà sulla mia arte. Sicuramente incide sul mio umore in questi tempi incerti e confusi. Non so se sono stato chiaro, ma chi dipinge mi può certamente capire”.
• Dipingo anch’io e so di cosa parli Mauro. Tu fondamentalmente dipingi un paesaggio che strada facendo è diventato anche “altro”; sei sempre sul confine con l’astrazione ma le tracce e le atmosfere sono paesaggistiche. Dipingi paesaggi vissuti, rievocati dalla memoria storica o fantastica, ma comunque sempre paesaggi che ti appartengono…
“Dopo la ricerca di una buona soluzione di paesaggio – che oramai fa parte del mio dialogo pittorico – se si presenta una superficie che mi intriga per la sua misteriosa trama di astrazione lirica, non indugio e mi lascio trasportare con golosità nel percorso che va a srotolarsi con naturalezza.
Appartengo a una generazione che è nata sotto stimoli ed innovazioni enormi e non sempre sono riuscito a rimanere sereno ed indipendente. Ma la naturale impostazione pittorica e la frequentazione di “botteghe”, poeti e pittori di grande piglio mi hanno conservato ed irrobustito nell’essere ciò che oggi sono. Perché, come diceva Pablo Picasso, ci vuole molto tempo per diventare giovani!”.
Mauro Fornari
Tel. 339/5001562
Gianbattista Bonazzoli
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