Dalle influenze dei grandi del passato all’approdo ad uno stile del tutto personale
Matthias Brandes nasce a Bochum nel 1950. Studia all’Accademia di Belle Arti e all’università di Amburgo. Dal 1985 espone regolarmente in mostre personali e collettive ed è presente alle più importanti fiere di settore.


Nei suoi lavori presenta paesaggi pietrosi, ruvidi, dove case, alberi, mare e cielo sembrano costruiti a colpi di scalpello, scavati nella medesima materia granitica.
L’effetto è ambiguo: un senso immediato di pace, davanti alle geometrie precise e rassicuranti, e poi l’inquietudine delle ombre impenetrabili, delle finestre cieche, degli usci troppo stretti perché chiunque possa mai entrarvi, di quelle fronde di alberi così compatte da apparire insensibili al vento e di quei cieli uniformi, quasi coperchi a sigillare l’atmosfera.
											Quello di Brandes è un mondo altro di sapore metafisico, intriso di reminiscenze giottesche nei volumi turgidi, di echi sironiani nelle prospettive buie, di suggestioni morandiane nella statica regalità degli oggetti. Vive e lavora Meolo (Ve).
L’articolo continua su DENTROCASA in edicola e online.
				
			
			Gianbattista Bonazzoli
bonazzoli99@gmail.com
cell. 328 3465570
            
                
                            
                            


                            
                            
                            
                            
                            
                
                
Seguici su