L’INVOLUCRO DEGLI EDIFICI – seconda parte

01/09/2018

Edifici ed efficienza energetica: i primi passi da compiere per avere un edificio più efficiente (seconda parte).

Ci occupiamo in questo numero dell’isolamento delle pareti esterne dell’edificio o delle pareti verso locali non riscaldati. Innanzitutto bisogna fare una distinzione tra isolamento esterno ed interno. Partendo dall’isolamento esterno, una delle soluzioni più comuni è quella del cappotto o meglio del sistema a cappotto. Perché sistema? Perché è formato da almeno sei componenti principali: colla, tasselli, isolante (di vari tipi), rasatura, rete e finitura colorata.

Ci sono poi un’infinità di accessori: profili di partenza, paraspigoli, gocciolatoi, guarnizioni, elementi per l’attacco alla parete di oggetti pesanti (lampade, ante da oscuro ecc.), pannelli d’isolamento per la zoccolatura e tanti altri accessori ancora. L’intero apparato deve rispettare le norme Europee Etag 004 per i sistemi isolanti a cappotto perché deve far convivere materiali completamente diversi in condizioni estreme.

Durante la stagione invernale la superficie del cappotto può raggiungere, in molte zone d’Italia, temperature al di sotto dei -10°C, mentre durante il periodo estivo i 35°/40°C e, se colorata con colori scuri, può superare anche i 50°C. Escursioni termiche così elevate possono mettere in crisi anche i materiali più solidi e ciò che ci garantisce che tutti i componenti funzionino insieme in modo adeguato è la certificazione Etag.

Un aspetto altrettanto importante per la buona riuscita del cappotto, oltre alla scelta del sistema “giusto”, è quello di una posa corretta realizzata da personale adeguatamente preparato che abbia seguito corsi specifici. Diversamente il rischio è quello di trovarsi dopo pochi anni con danni consistenti. Una soluzione più complessa è quella della parete ventilata che generalmente è composta da: isolante, una struttura a semplice o doppia orditura metallica che serve per fissare i pannelli di finitura, telo impermeabile e traspirante, che serve a proteggere l’isolante da eventuali infiltrazioni d’acqua nell’intercapedine areata, ed infine il pannello di finitura.

Questo sistema consente finiture più pregiate e durature, mentre la presenza della camera ventilata permette una protezione dell’isolante dal surriscaldamento estivo con conseguenti benefici per il comfort interno. Rimangono sul mercato anche prodotti in laterizio porizzato ad alta efficienza idonei a costruire pareti monostrato con spessori anche maggiori di 50 cm che riducono il numero di lavorazioni da eseguire in cantiere. A parità di prestazioni termo acustiche però le pareti multistrato hanno spessori più contenuti con evidenti vantaggi nei confronti della superficie utile della casa.

Un cenno infine anche alla tipologia degli isolanti che sono veramente numerosi e le cui caratteristiche vanno attentamente valutate. Per citarne alcuni: calcio silicato, sughero, fibra di legno, fibra di canapa, cellulosa, lana di pecora, lana di roccia, lana di vetro, vetro cellulare, polistirene espanso, polistirene estruso, poliuretano e poi i materiali super isolanti come i pannelli sottovuoto, gli isolanti multistrato termoriflettenti, areogel ed altri ancora.

Ogni materiale ha caratteristiche proprie di isolamento, permeabilità al vapore, calore specifico, resistenza alla compressione e la scelta va fatta in funzione delle prestazioni che si vogliono raggiungere.

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Andrea Pietro Capuzzi
Ingegnere

Consulente Casa Clima
info@studiocapuzzi.it
studiocapuzzi.it

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