L’importanza di un comportamento corretto durante tutto l’anno. Controllare temperatura ed umidità relativa interna per scongiurare le muffe.
Riprendo ed integro un argomento già trattato ma sempre attuale e che, per essere risolto, va affrontato con le adeguate conoscenze tecnico-scientifiche, rilievi e misurazioni. Non ci si può limitare alla diceria che “i muri non respirano”…
Tanto per toglierci ogni dubbio, da un muro passano alcuni grammi di acqua sotto forma di vapore acqueo per ogni anno e ogni abitante di una casa ne produce dai venti ai quaranta litri al giorno. La presenza di muffe nelle abitazioni è sinonimo di un ambiente insalubre che può causare malattie respiratorie.
Il progetto dei componenti di una casa si basa su alcuni dati: temperature esterne e interne ed umidità relativa. Per il periodo invernale la temperatura interna di progetto è di 20°C e l’umidità relativa è del 65%.
Date queste condizioni, affinché non si formino condensazioni superficiali o peggio ancora muffe, le pareti devono avere una temperatura di 17°C. Già con temperatura vicina ai 16°C per periodi prolungati, cioè di alcuni giorni, cominciano a manifestarsi le prime muffe.
Tali fenomeni possono essere determinati da difetti costruttivi, quali mancata risoluzione di ponti termici, ma anche da un utilizzo sbagliato dell’abitazione se l’aria non viene ricambiata adeguatamente.
Come risolvere questo problema in via definitiva? Controllando temperatura ed umidità relativa interna. È comprensibile quindi che rifare la tinteggiatura risolva solo temporaneamente il problema.
È possibile controllare l’umidità relativa ricambiando l’aria nella casa almeno 3 volte al giorno, oppure installando un impianto di ventilazione meccanica controllata.
Nel caso di ricambio d’aria con apertura delle finestre deve essere fatto nel seguente modo: apertura contemporanea di tutte le finestre ed ovviamente delle porte interne per creare una “corrente” d’aria che ripulisca tutti gli ambienti, per un tempo di 5/10 minuti.
Così facendo avrete eliminato l’umidità interna ed avrete un’aria ricca di ossigeno. Inoltre, il tempo di apertura così limitato, non causerà il raffreddamento di pareti, soffitti e pavimento, consentendo così all’impianto di riscaldamento di recuperare la temperatura di confort dopo pochi minuti.
Scegliendo invece la ventilazione meccanica controllata, non dovrete più preoccuparvi di aprire le finestre. Muffe e condense sono fenomeni che si manifestano generalmente durante l’inverno, ma ci possono essere locali nei quali il problema si manifesta durante l’estate.
Per l’andamento stagionale di questa primavera, con temperature che sono ridiscese dopo un mese di marzo relativamente caldo, il formasi della muffa potrebbe essere probabile.
Strano parlare di questi fenomeni in un periodo dell’anno dal clima generalmente “secco” per definizione ed invece ci sono locali che, proprio durante l’estate, manifestano problemi di condensa e muffa.
Solitamente riguardano ambienti al piano terreno ed interrato, tipicamente taverne e cantine, escludendo però fenomeni di risalita dell’acqua, infiltrazioni da falda acquifera, perdite, ecc.
Il motivo è presto detto: la temperatura di muri e pavimenti di questi locali si avvicina generalmente ai 17-20° C che corrisponde alla temperatura media annua del terreno a circa 1/1,5 m di profondità sotto il piano di campagna.
Considerato che la temperatura esterna in estate supera frequentemente i 30°C, con umidità relativa del 60%, se l’aria entra in un locale le cui superfici hanno temperatura inferiore ai 21°C, inizia a formarsi la rugiada su pavimenti e muri provocando, se il fenomeno perdura, anche la formazione di muffa, che rende l’ambiente insalubre.
Posso fare un esempio che abbiamo visto tutti: se, in estate, si toglie dal frigorifero una bottiglia contenente un liquido e la si lascia alla temperatura ambiente, dopo pochi minuti si formerà la condensa sulla superficie.
Ecco il spiegato il motivo per cui anche in estate si possono avere fenomeni di condensa. Per migliorare la situazione bisogna mantenere un comportamento adeguato durante tutto l’anno, arieggiando spesso nella stagione invernale e garantendo una temperatura interna di 20°C.
Ad esempio, con temperatura esterna di 3°C e 90% di umidità relativa, l’aria riscaldata a 20°C ha un’umidità relativa del 30%, quindi secca, favorendo l’asciugatura dei muri.
Pertanto, durante il periodo estivo, non è sufficiente il ricambio d’aria. Per rimediare a questo fenomeno si può agire aumentando la temperatura e cioè riscaldando e deumidificando i locali con presenza di condensa estiva.
Questi rimedi vanno messi in campo dopo aver escluso altri motivi di presenza di acqua sulle superfici di muri e di pavimenti. I sistemi di riscaldamento e di deumidificazione vanno opportunamente dimensionati.
Andrea Pietro Capuzzi - Ingegnere
Consulente Casa Clima - info@studiocapuzzi.it - studiocapuzzi.it
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