Giovanni Tomasini, designer e direttore creativo di Studio7B, presenta la seduta Sinapsi del creativo Alessandro Di Giusto.
Alessandro Di Giusto, friulano, 26 anni compiuti a maggio, è un giovanissimo, promettente creativo, laureato in Design del prodotto all’Istituto Marangoni di Milano.
Conclusi gli studi, fonda il suo brand e il suo studio personale: “Atelier punto linea”. Una grande fonte di ispirazione per i lavori di Alessandro proviene dal minimalismo progettuale di Claudio Silvestrin, Valerio Olgiati, John Pawson e Peter Zumthor, tutti celebri architetti che talvolta si sono prestati con successo, anche al design di prodotto.
La semplicità, la riflessione e la multi-fruibilità sono i cardini sui quali questo giovane progettista ha deciso di veicolare il suo pensiero di design, grazie anche ad una spiccata predisposizione per la sintesi, come lui stesso confessa: “Quando disegno un prodotto il nome del progetto lo trascrivo in codice morse e mi piace creare una traccia audio che possa enfatizzare la bellezza con i suoni dei punti e delle linee”.
È inconfutabile che molti prodotti di design contemporanei, caduti vittima di uno styling dettato dalle tendenze del momento, siano stati progettati per vivere e sopravvivere, grazie unicamente al loro appeal estetico.
Non è il caso della sedia Sinapsi, disegnata da Di Giusto, frutto di una profonda indagine introspettiva ed espressiva.
Sinapsi nasce dall’idea di elevarsi oltre ciò che è stato il passato prossimo della nostra società, lasciando alle spalle gli scenari aggressivi che abbiamo vissuto negli ultimi anni; il tutto portando un progetto opposto, una figura delicata, confortante, leggera ed esile.
Sinapsi è un progetto che, al di là della sua funzionalità e del suo significato, vuole evocare una sensazione: una forma in evoluzione, un oggetto che esprime il congiungersi progressivo di punti in opposizione, che le danno modo di formarsi e nascere quasi spontaneamente.
Sinapsi, il nome scelto dal designer, riesce a presentarla nello scenario più limpido: le sinapsi sono infatti i punti di contatto tra due cellule nervose e servono a propagare gli impulsi nervosi. E la struttura della seduta si basa su una visione di punti in unione che si riportano in ogni curva delineata.
Un’estetica che se vogliamo si distacca dal puro minimalismo per strizzare l’occhio ad un design più organico e naturalmente morfologico, come quello espresso in molti progetti di Ross Lovegrove dov’è protagonista una struttura portante.
Concetto questo che ritroviamo estremizzato nei mobili “Full grown” di Gavin Munro.
Già nel 1941 l’architetto Eliot Noyes, al tempo direttore del dipartimento di Industrial Design al MoMA di New York, sosteneva che l’Organic Design fosse un’integrazione nella vita dell’uomo, inteso come strumento creato per vivere meglio e in armonia.
Nella scelta del colore per la sua Sinapsi, Alessandro Di Giusto propone due soluzioni contrapposte totalmente monocromatiche: nera, cioè reattiva, tenace e determinata, oppure bianca, pura, casta e innocente.
Giovanni Tomasini - Studio 7B
Interior design, industrial design, web e consulenza in marketing & commerciale. - FabLab Brescia, via Pavoni, 7/B Brescia
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