MIRKO BARICCHI, IL PERCORSO DELL’EMOZIONE

Botta e risposta con l’artista originario di La Spezia

nell’immagine: Selva, 2018, tecnica mista, 50×40 cm • L’artista Mirko Baricchi.

“Derive” è il tema di una mostra di Mirko Baricchi presentata al CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea – di La Spezia nel 2017, curata da Daniele Capra in collaborazione con la Galleria Cardelli & Fontana e l’Associazione culturale Startè. Già conoscevo il lavoro di Mirko, artista nato a La Spezia nel 1970 e operante tra La Spezia, appunto, Vicenza e Milano.

La scoperta di questi suoi ultimi lavori però mi ha molto sorpreso. Sono infatti riuscito a vedere la pura essenza del suo essere, assaporando un tratto di percorso che non conoscevo e che avrei voluto fare con lui, al suo fianco, per coglierne il piacere e il pulsare, superando il tratto di sperimentazione del linguaggio e gustando l’ultimo attimo prima di incrociare le braccia davanti all’opera terminata.

Ma come nasce l’artista Mirko Baricchi? “Può sembrare un classico cliché, eppure ero davvero un bambino che non aveva altri interessi al di fuori del disegno; nell’adolescenza ho scoperto un materiale di lettura che può essere ricondotto alla mia prima fonte artistica: i fumetti, soprattutto quelli giapponesi, che continuano ad essere la mia grande passione. Non sono mai stato un fumettista, ma l’avvicinamento all’arte e alla grafica, di cui ho fatto inizialmente un mestiere, è stato mediato da quelle letture. Dal 1993 al 1995 ho lavorato come illustratore in Messico per un’agenzia pubblicitaria e tornato poi in Italia ho abbandonato la grafica dedicandomi esclusivamente alla pittura. L’anno che ha dato la svolta alla mia carriera è stato il 1997: vinsi un premio organizzato nello spezzino che mi ha permesso di organizzare la mia prima personale alla galleria Gabbiano; in quell’occasione ho conosciuto Massimo Biava, il gallerista di Cardelli & Fontana, col quale si è instaurato un ottimo rapporto di collaborazione che continua tuttora”.

La mostra “Derive”, allestita lo scorso anno al CAMeC, era molto articolata… “Gravitava intorno all’obiettivo di sintetizzare un decennio di lavoro con la mia galleria; inizialmente avrebbe dovuto rappresentare l’arco dei vent’anni di attività, ma studiando un racconto preciso per ogni stanza del museo abbiamo ridotto il campo. Il tema “Derive” fa riferimento alla teoria geologica che spiega la formazione dei continenti a partire da un’unica massa indifferenziata ed è una metafora del mio percorso di indagine artistica costante. La mostra era divisa in quattro tempi: un ciclo di carte della serie Humus, il ciclo Germogli. e di stelle, una parte più antologica che rappresentava alcune variazioni artistiche e ricerche d’espressione in grandi dimensioni e l’ultima parte inedita, la serie Pangea”.

Mi congedo da questo breve ma intenso incontro in attesa dei nuovi progetti firmati Mirko Baricchi.

 

mirko.baricchi@gmail.com

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di Gianbattista Bonazzoli
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