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Le Stanze della Fotografia © Luca Zanon

DENIS CURTI, UNA NUOVA CASA PER LA FOTOGRAFIA

18/05/2023

Ha aperto a Venezia, all’interno della Fondazione Giorgio Cini, “Le stanze della Fotografia”, nuovo centro espositivo e di ricerca. Ne parliamo con il suo direttore artistico Denis Curti.  

Denis Curti ama la fotografia, la studia da anni nelle vesti di critico, ne cura alcune fra le più importanti mostre e firma pubblicazioni sugli esponenti più autorevoli in campo italiano e internazionale.

Vietato però chiedergli di scattare un’immagine: “Non lo farei nemmeno sotto tortura” sorride. La sua esperienza nel campo è, per così dire, sconfinata: dal 2014 è anche direttore e fondatore della galleria STILL a Milano e direttore artistico del Festival di fotografia di Capri.

Lo abbiamo intervistato in occasione della recente apertura de “Le Stanze della Fotografia”, nuovo centro espositivo e di ricerca ospitato all’interno della Fondazione Giorgio Cini, nelle Sale del Convitto, sulla suggestiva Isola di San Giorgio a Venezia.

Una straordinaria esperienza destinata a lasciare il segno.

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Le Stanze della Fotografia © Luca Zanon

A Denis Curti è stata affidata la direzione artistica: “L’idea si inserisce nel segno della totale continuità rispetto al progetto espositivo aperto una dozzina di anni fa alla Casa dei Tre Oci, sempre a Venezia.

Insieme alla Marsilio Arte e in accordo con la Fondazione Cini abbiamo lavorato all’obiettivo di regalare alla fotografia una nuova specifica sede, anzi una casa, dislocata nei 1800 mq dell’ex Convitto.

Il termine “Stanze” muove dal concetto di un allestimento particolare, con due spazi molto grandi e un primo piano, dotati di pareti mobili realizzate in collaborazione con la Fenice. Si tratta di vere e proprie scenografie teatrali che si possono alzare e abbassare attraverso un sistema di carrucole.

Questo consente di ottenere varie altezze e proporzioni suggerendo modi diversi di fruire l’immagine fotografica che non deve per forza rispettare i canoni museali. Le Stanze vogliono così dare al visitatore una nuova intimità facendolo sentire come a casa propria” spiega Denis Curti.

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Isola di San Giorgio Maggiore © Matteo Catania - Hubove Studio

Un progetto che gioca quindi sulla suggestione della location e l’originalità dell’allestimento. Ma prezioso è pure il legame con la città di Venezia…

“Direi fondamentale. Il progetto è ospitato in quella che è probabilmente l’istituzione culturale più prestigiosa del nostro Paese, la Fondazione Cini, appunto.

Venezia è la città dell’arte in assoluto e noi abbiamo legami con le istituzioni, la città, la Biennale…”. Tante le iniziative in programma per le Stanze della Fotografia, tra mostre, workshop, laboratori e incontri.

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L'operazione fotografica. Autoritratto per Lee Friedlander, 1971 © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma, Milano / Napoli.

L’esordio non poteva che essere una mostra dedicata a Ugo Mulas, dal tema ”L’operazione fotografica”: una ricca retrospettiva, a cinquant’anni dalla scomparsa del fotografo bresciano.

Mulas è senz’altro la figura italiana più importante nel mondo – commenta Curti –. Debuttare con lui è un’autentica dichiarazione d’intenti, il desiderio cioè di prestare attenzione alla fotografia a tutto tondo, anche in campo internazionale.

L’esposizione ambisce a offrire di Mulas una visione “definitiva”, nel senso che si tratta della mostra più completa mai realizzata su di lui. L’eredità che ci lascia è del resto basilare visto che le sue riflessioni hanno creato le basi della fotografia moderna e contemporanea.

In un momento in cui la fotografia sta registrando grande interesse e fioriscono anche tantissime mostre, Mulas si dimostra l’autore che più di chiunque altro ha saputo riscriverne il vocabolario….”

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Tessuti Taroni, 1970, © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia, Rumma, Milano / Napoli.

“… Per lui la fotografia è un’operazione conoscitiva che deriva dalla scrittura e in particolare dalla poesia: in questo modo smette di essere uno strumento di raccolta della memoria e si trasforma in un linguaggio adatto a raccontare la nostra intimità e i nostri sentimenti, un’operazione autoriale e artistica in senso vero e proprio.

Mulas è il primo a ragionare in tal senso, grazie anche all’amicizia e alla complicità con Lucio Fontana, Marcel Duchamp e gli altri artisti che ha fotografato tutta la vita.

Rimane così un autore assolutamente contemporaneo perché le sue opere non sembrano affatto invecchiate. La sfida curatoriale, mia e di Alberto Salvadori, è quella di dimostrare, attraverso le 330 immagini di questa mostra, che Ugo Mulas non ritrae solo artisti, ma è un fotografo totale”.

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New York, 1964, © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia, Rumma, Milano / Napoli

Nell’era del digitale e dei social e quindi del conseguente marasma di immagini, quali elementi salvano ancora oggi la fotografia d’autore?

“Distinguerei anzitutto i modi. Molto banalmente social e telefonini sono un mondo che avvicinerei metaforicamente alla cucina: tutti cuciniamo, ma pochissimi di noi sono chef. Tutti siamo dotati ormai di una camera fotografica, ma pochi di noi sono autori.

C’è un mondo intero che fotografa immagini non destinate a trasformarsi in memorie, o addirittura icone, e poi ci sono persone che, una volta capite le potenzialità dello strumento, raccontano storie d’autore” continua Denis Curti.

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Le Stanze della Fotografia © Luca Zanon

Quali aspetti contano di più nella fotografia contemporanea fra la tecnica, l’emozione e il messaggio?

“Direi assolutamente l’insieme. L’era dello scoop è finita perché tutti, in un modo o nell’altro, siamo ormai presenti agli eventi più importanti. Un reporter come Robert Capa, per intenderci, non può più esistere.

Oggi la fotografia deve diventare soprattutto storytelling, un linguaggio cioè adatto a storie che vanno raccontate con uno statuto nuovo, tutto proprio, diverso dal cinema, dalla musica, dalla letteratura…”.  

A proposito di racconti originali, anche visionari, viene in mente la figura di Maria Vittoria Backhaus in mostra in questo periodo a Casale Monferrato… “È stata anche lei una grande anticipatrice del linguaggio. Sono molto amico di Maria Vittoria e la ammiro tanto”.

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Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, interno verso il convento, 31.01.2022, pp. 26-27 del volume © Patriarcato di Venezia. Autorizzazione alla riproduzione concessa dall’Ufficio beni culturali.

Tornando a Le Stanze della Fotografia, cosa c’è in programma prossimamente? “Ospiteremo le opere di Paolo Pellegrin, bravissimo fotografo di Magnum, che lavora anche nella direzione della salvaguardia del pianeta.

E infine la grandissima mostra su Helmut Newton, a chiudere il tour italiano che fa tappa in questo periodo a Palazzo Reale di Milano”.

Denis Curti, che ha curato anche il progetto “Nomad in a Beautiful Land. David LaChapelle per Giacomo Ceruti”, ospitato alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, ha in serbo anche altri progetti: “Avvicinandoci all’estate sto lavorando a diversi festival di fotografia: quello di Montefano dedicato ad Arturo Ghergo e quello di Capri”.

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Infine, domanda d’obbligo. Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole approcciarsi alla fotografia?

“Bisogna frequentare festival, preparare un proprio portfolio e soprattutto studiare tanto. La fotografia, contrariamente alle apparenze, non è uno strumento facile e alla portata.

Va approfondito, capito, vissuto. Cito alcuni saggi a mio parere imprescindibili, a cominciare dai classici: Susan Sontag, Roland Barthes ma anche Vilém Flusser. In più, i testi di Luigi Birri e Alec Soth, ma la bibliografia sarebbe lunghissima” conclude Denis Curti.

L’importante è comprendere il linguaggio delle immagini e farlo proprio…     

lestanzedellafotografia.it

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Stefania Vitale

Caporedattrice

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