Sopra: Coco Chanel nel suo atelier in Rue Cambon 31 Parigi, 1962. ®Douglas Kirkland
A Palazzo Gromo Losa di Biella una mostra sui celebri scatti firmati dal fotografo canadese Douglas Kirkland.
Coco e Marilyn, icone del Novecento destinate a rimanere immortali. In cosa si somigliano e quali tratti, invece, della personalità e della carriera, le hanno tenute distinte?
Due donne a confronto, portatrici entrambe di un nuovo concetto di femminilità, nel quale lo charme si associa ad una forma di seduzione spontanea e garbata.
Da un lato Coco Chanel, appunto, con la sua eleganza intramontabile, dall’altro Marylin Monroe e la sua ammaliante bellezza: ad unirle, la forza di uno scatto fotografico che ne esalta il fascino senza tempo e le proietta ai vertici dell’immaginario collettivo internazionale, anche tra i giovanissimi.
Dietro l’obiettivo c’è Douglas Kirkland, canadese, classe 1934, un fuoriclasse in campo fotografico, che, dagli anni Sessanta ad oggi, ha ritratto più di 600 celebrità in tutto il mondo vantando anche una prestigiosa carriera sui set hollywoodiani.
“Coco+Marilyn. Biella al centro del MI-TO” è il tema della mostra, già presentata a Budapest e Helsinki, e allestita ora a Palazzo Gromo Losa di Biella, città nominata creativa Unesco per il tessile, di cui rappresenta infatti un’eccellenza in tutto il mondo.
Curata dall’agenzia Photo OP, l’esposizione cade in concomitanza di due prestigiosi anniversari:
il 50° dalla morte di Coco Chanel e il 100° dal lancio di Chanel N°5, profumo che la stessa Marilyn Monroe contribuì a rendere celebre.
Un’occasione unica, quindi, per incrociare i destini di due autentici simboli del costume, nell’intento di far convivere gli ideali di bellezza e moda con il desiderio di rinascita del territorio biellese.
Da qui anche lo speciale allestimento del giardino del palazzo, che in un particolare percorso immersivo associa l’incantevole scenario delle fioriture con le frasi celebri delle due “divine”.
Douglas Kirkland ha fotografato Coco e Marilyn, figure diverse ma per molti aspetti simili, nel corso degli anni Sessanta, quando lavorava per la rivista americana Look: la sua grandezza è stata esaltarne, oltre che la raffinatezza innata, il lato umano ed emotivo e le più recondite fragilità. Coco, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel (1883-1971), è stata promotrice di una classe sobria, misurata, mutuata dalle sue disparate esperienze di vita, che l’hanno resa pioniera di una nuova concezione dello stile associato alla donna.
La compostezza degli abiti monacali, visti in orfanatrofio, riecheggia nei suoi modelli rigorosi e lineari sui toni, non a caso, del nero e del bianco, a cominciare dal famosissimo tubino. La femminilità si esprime in una ricercatezza mirata, spesso frutto della rivisitazione di abiti maschili, ma derivata anche dagli stili marinaro e equestre, che le consentono di sentirsi a proprio agio con quello che indossa, muovendosi e relazionandosi con sorprendente disinvoltura.
E anche il taglio corto dei capelli rappresenta un chiaro segnale in tale direzione, donando alla donna un piglio mai conosciuto prima.
Segnata anch’ella da un’infanzia travagliata, Marilyn Monroe, pseudonimo di Norma Jeane Mortenson Baker (1926-1962), diviene dal canto suo simbolo di una bellezza inconsueta per il periodo, lontana dall’ideale canonico, vuoi per le forme generose, vuoi per la spiccata naturalezza dei modi di fare.
E se da un lato Marilyn impersona il sogno della diva irraggiungibile per eccellenza, dall’altra evoca, al contrario, lo spirito genuino e alla mano della classica ragazza della porta accanto.
Quello di Kirkland è un tuffo nella storia della moda, ma anche un prezioso step nel mondo della comunicazione e del consumo, con la fotografia che andava a vestire, proprio in quegli anni, un ruolo sempre più centrale.
Oggi le sue immagini leggendarie, in un primo tempo nemmeno utilizzate nella loro totalità, animano ancora le campagne pubblicitarie di tutto il mondo tenendo vivo il mito delle sue “irripetibili” protagoniste.
Fino al 12 settembre 2021*
*Giorni di apertura e modalità di visita della mostra seguono le disposizioni governative in tema di contenimento del COVID-19.
Stefania Vitale
Caporedattrice
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