A Palazzo da Mosto di Reggio Emilia una personale dell’artista con opere a partire dai primi anni Ottanta
Un fluttuare delicato tra sogno e realtà, simile ad una danza eterna, cadenzata e libera. Inafferrabile come un soffio di vento, o come un pensiero che si fa strada in un attimo inconsueto. Nell’arte di Davide Benati vero e irreale sono divisi da un confine molto sottile: a demarcarli una raffinata sensibilità sviluppatasi negli anni al cospetto del suo tempo, delle sue luci e dei suoi colori.
È quanto si rivive a Palazzo da Mosto di Reggio Emilia nella personale dal tema “Davide Benati. Encantadas” curata da Walter Guadagnini e visitabile fino al prossimo 2 marzo.
La mostra accoglie circa cinquanta opere, storiche e inedite, alcune delle quali provenienti da collezioni pubbliche e private; in più una serie di grandi trittici e composizioni di carte e taccuini di viaggio che gli studi dell’artista condensano in pochi centimetri di parole e segni.
Attraverso un allestimento studiato ad hoc si rivive così l’intero iter creativo di Benati tra le opere dei primi anni Ottanta e gli ultimi lavori di grandi dimensioni: a legarle è il senso di sospensione che aleggia fra le forme volutamente indistinte, a volte solo accennate, a creare meravigliose dissolvenze a metà strada tra il figurativo e l’astratto.
Da qui anche la frequente scelta della carta nepalese per un approccio ancor più originale e del tutto svincolato. Il resto lo fa il “trasmigrare” delle forme che, muovendo da elementi comuni, si scompongono in immagini sfuggenti, come vaghe silhouette riconducibili all’emozione e al ricordo scaturiti nei diversi passaggi.
Fino al 2 marzo 2025
palazzomagnani.it
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Stefania Vitale
Caporedattrice
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