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MAX MARRA, L’INQUIETA BELLEZZA DELLA MATERIA  

22/04/2022

Il legame con la terra di origine di Max Marra e la costante opera di sperimentazione 

Artista di origini calabresi operante ormai da decenni in Lombardia, Max Marra indirizza costantemente la propria ricerca verso l’interazione e la contaminazione linguistica di disegno, pittura e scultura avvalendosi di una matericità di forte valenza comunicativa e antica memoria visiva, tratta da luoghi e spazi interiori dell’infanzia.  

• Il legame con la tua terra d’origine, Max, è rintracciabile in tutta la tua ricerca artistica, dal periodo polimaterico fino alla produzione più recente. Una memoria che dal microcosmo del tuo vissuto ha suggestionato e sostanziato da sempre il macrocosmo della tua arte, traducendo la materia da mezzo a fine dell’opera stessa…  

“Il legame con la terra d’origine è un punto di sensibilità creativa predominante. Ogni riferimento alla materia incontrata, sia naturale (legno, terra, carbone, corda) sia in forma di scarto industriale (metallo, leghe leggere, lamiera, catrame, piombo) è stato essenziale. Le corde intrecciate e gli stracci lacerati ritornano sovente nelle mie opere, come gesti arcaici e automatici che rievocano i nodi dei pescatori e i teli consunti dal mare e dal vento che ricoprivano le barche rientrate sulla spiaggia”.

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• Anche nei tuoi lavori di matrice scenico gestuale, Max, il potere espressivo del segno, determinato dalla dinamica del gesto e dell’azione, estensione del corpo e dell’interiorità, assume connotazioni materiche e plastiche in quanto traccia di esperienze vissute…

“L’esercizio gestuale, che sia veloce o meditato, è l’evoluzione dinamica di una filosofia che determina il collegamento tra oriente e occidente; calma, estasi e caos si mischiano nella descrizione compositiva come esercizio zen di una completa evoluzione dove l’artista è acrobata nella propria opera”.

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• Max, il tuo lavoro è contemporaneamente materico e organico, razionale e poetico, incline all’informale e al tempo stesso calibrato su un ritmo compositivo sempre perfettamente equilibrato

“Il mio lavoro verte su un’organizzazione razionale dell’opera d’arte, tesa alla poesia finale. La sua ritmica compositiva ha un equilibrio anche nella materia lacerata e inquieta e nelle sovracuciture, che danno espressione e forza. Nella cucitura c’è l’interesse al risanamento di un corpo martoriato, ferito, che necessita di un intervento urgente nella società dei perdenti e degli invisibili. La mia opera punta alla cura e al risanamento morale”.

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• All’interno della tua corposa attività di sperimentazione rintraccio un altro elemento di forte attualità. Mai come oggi l’uomo sta sperimentando diversi livelli di solitudine, isolamento, distanziamento fisico e mai come oggi questo soggetto potrebbe caricarsi di ulteriori significati…

“Oggi la solitudine dell’uomo è amplificata ed egli diventa solo in un universo distruttivo, come entità piccolissima e inerme.  Ritorna quindi fortemente quella voce di speranza affinché la poesia aiuti al miglioramento morale, all’umanità”. 

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Gianbattista Bonazzoli

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