Petrò-Bonazzoli-Luglio-23
Pensando Ophelia, olio su tela, 80x90 cm, 2022

PAOLO PETRÒ, “PROVE DI LEVITAZIONE”

12/07/2023

A confronto con l’artista bresciano Paolo Petrò: la sua indagine pittorica e le riflessioni che la accompagnano.  

Paolo Petrò nasce a Brescia un 13 di ottobre; dopo il Liceo Artistico si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

Ha iniziato a dipingere e ad esporre all’inizio degli anni Settanta, partecipando a premi e a mostre su invito, ottenendo dei riconoscimenti.

Attualmente vive e lavora a Camignone (Bs), in Franciacorta. Con questo suo ciclo di opere recenti, Paolo Petrò ci documenta la sostanziale continuità d’una poetica personale indagando la realtà chiusa e circoscritta tra le mura del suo studio.

Attraverso ritratti di nudi e autoritratti scolpiti in una luce “teatrale” ci mostra cioè una messa in scena contemporanea negli elementi e nello stesso tempo classica nella rappresentazione.

I colori delle opere di Petrò appaiono raffinati e ombrosi, non privi di sgocciolature e tracce casuali; la superficie è accidentata da carte incollate e oggetti vari che la rendono apparentemente difficile da percorrere ma nello stesso tempo affascinante e misteriosa una volta che il lavoro risulta concluso.

Ho intervistato Paolo Petrò per la rivista DENTROCASA per conoscere meglio il significato della sua opera.

• Paolo, ci conosciamo da tanti anni ma non ho mai approfondito pienamente l’origine della tua pittura e penso che sia arrivato il momento di cogliere al volo questa opportunità. Dopo l’Accademia, qual era la tua visione del mondo dell’arte e in quale direzione ti saresti sentito più a tuo agio, data la tua formazione di stampo classico?

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La porta bianca, olio su tela, 100 x 100 cm, 2022

“Negli anni ’70 ho amato intensamente l’Iperrealismo, quello vero, americano, ma non ho mai cercato di imitarlo. Ho cercato però di fare un realismo visto con gli occhi forse di un “provinciale”. Nel corso del tempo ho sfaldato la mia pittura e ho cercato di andare avanti verso una dimensione non solo estetica cercando di dialogare con l’esistente per farlo funzionare. In questo modo ho superato e sperimentato via via varie fasi e tecniche pittoriche senza pensare ad avere una certa riconoscibilità che, a dire il vero, mi interessa relativamente. Gli ambienti, le nature morte, gli oggetti sono stati per molto tempo i miei soggetti preferiti, poi la figura umana è entrata a riempire questi spazi integrandosi con essi”.

• Ti ritrai spesso in atteggiamenti “stravaganti” tipici dell’artista che sa il fatto suo e questo ti permette di spaziare tra l’ironia e il paradosso senza essere mai scontato e, cogliendo la spiritualità del personaggio ritratto, entri in qualche modo nel suo mondo e ne cogli l’essenza…

“Ultimamente ho incominciato ad osservare il passare del tempo nel mio volto, anche alla ricerca non di una somiglianza fotografica ma intima, spirituale, che si modifica a seconda delle avversità: volti che mettano in evidenza e registrino il sentimento che si desidera vedere espresso dal proprio quadro. Per l’artista, così per me, rimane però sempre l’incompleta felicità della creazione: se ne sente la promessa nel momento creativo ma svanisce verso la fine dell’opera ed al pittore diviene estremamente necessario il processo della creazione, forse più del quadro”

Picture of Gianbattista Bonazzoli

Gianbattista Bonazzoli

bonazzoli99@gmail.com - cell. 328 3465

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